[26/01/2007] Parchi

Tartarughe in difficoltà: l´uomo vuole salvarle ma riscalda il mare

LIVORNO. Si calcola che ogni anno nel Mediterraneo vengano catturate accidentalmente 60 mila tartarughe marine, di queste almeno 10 mila in Italia, soprattutto della specie più comune la Caretta caretta, , con una mortalità degli animali che va dal 10 al 50% a seconda dei casi e delle modalità accidentali di cattura. Ma anche se le tartarughe sono sempre più spesso costrette a districarsi tra eliche, pesca a strascico, reti ed ami la sensibilità è certamente cambiata e questi rettili marini che fino a non molti anni fa venivano pescati e mangiati tranquillamente anche in Italia, oggi sono protetti dalle leggi e le associazioni ambientaliste fanno a gara a tutelare i pochissimi siti di nidificazione rimasti ed assediati dal turismo balneare e a soccorrerle in una dozzina di centri specializzati.

«L´aumento dei nidi lungo le nostre coste dimostra che il lavoro svolto negli ultimi anni per proteggere e conservare i siti di nidificazione, ha ottenuto ottimi risultati», spiega Stefano Di Marco vicepresidente del Cts e responsabile del progetto Tartanet che è da 30 partners tra i quali Università di Siena, parco della Maremma, regione Toscana, parco nazionale dell´Arcipelago toscano, acquario di Livorno .

Nonostante questo le popolazioni di tartarughe marine sembrano in difficoltà in tutto il mondo, le cause sono a volte fenomeni naturali, ma i veri nemici sembrano essere il riscaldamento climatico e le attività umane.

Ad esempio: l´annunciato ed a quanto sembra già in corso innalzamento del livello del mare può condurre alla perdita delle zone di deposizione delle uova sulle spiagge, ed anche l´erosione degli arenili provocata da porti e cementificazione può causare, ed anche più rapidamente lo stesso danno. Ma in sud America un fenomeno naturale come le oscillazioni di El Niño ha effetti sulle popolazioni di tartaruga verde (Chelonia mydas), mentre dall´altra parte dell´oceano, nel Queensland australiano, gli scarichi ed i sedimenti provenienti dalla costa hanno danneggiato i pascoli marini della tartarughe verdi e ne hanno messo in difficoltà lo sviluppo.

Anche la femminilizzazione delle covate sta mettendo a rischio le tartarughe marine, ed anche questo dipende dai cambiamenti climatici. Il sesso di questi rettili è determinato dalle temperature, sia nelle i Chelonidae (le tartarughe con il carapace corneo a placche) che nelle Dermochelyidae, cioè la gigantesca tartaruga Liuto con il carapace ricoperto di pelle cuiosa. Le temperature tra i 25 ed 32 gradi centigradi producono un numero più alto di giovani femmine, a quelle più basse nascono più maschi. Uno squilibrio di 1 maschio ogni 2 femmine o di 1 a 3 non ha un cattivo effetto sulle tartarughe, ma se le proporzioni variano verso 1 maschio nato ogni 4 femmine l´effetto sarà sicuramente negativo e addirittura in alcuni siti di nidificazione si stanno registrando temperature superiori ai 34 gradi, una cosa spesso mortale per le uova di tartaruga.

La tartarughe marine sono in pericolo anche per la crescita dell´incidenza del fibromapilloma un tumore che si pensa si possa sviluppare più velocemente in acque più calde, ma sembrano in aumento anche altri virus e parassiti che prosperano con temperature più alte e malattie delle tartarughe marine che sono spesso dovute ad agenti patogeni presenti in acqua, e/o ad un´impropria alimentazione.

A quanto pare per salvare questi rettili che solcano i mari del mondo da milioni di anni c´è ancora molto da fare.

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