[29/01/2007] Rifiuti

Ghelardini (Rea): la sentenza su Scapigliato pone interrogativi a tutti

ROSIGNANO (Livorno). C’è anche il riconoscimento del danno esistenziale nelle motivazioni della sentenza redatta dal giudice Ottavio Mosti che condanna la Rea di Rosignano a risarcire alcuni cittadini per l’emissione di vapori (articolo 674) dalla discarica di Scapigliato. Una sentenza (siamo comunque al primo grado) particolarmente importante perché di fatto viene riconosciuto per legge il peggioramento della qualità della vita di chi si trova una discarica a due passi da casa e conferma anche la radice che sta alla base di qualsiasi contestazione che rientra nella casistica Nimby (not in my back yard).

Ma è anche la conferma della contraddizione che molto spesso fa da cornice a qualsiasi intervento in campo ambientale: la discarica è l’ultima delle soluzioni previste dallo schema europeo adottato anche in Italia fin dal 1997 (decreto Ronchi) per la gestione dei rifiuti (1° riduzione, 2° riciclo, 3° recupero energetico, 4° discarica). Ma è comunque una delle soluzioni per far fronte all’immensa mole di rifiuti che ogni giorno produciamo. E nella fattispecie Scapigliato da una ventina d’anni risolve i problemi di mezza toscana, visto che molte delle province che scontano carenze impiantistiche (vedi per esempio Lucca e Massa Carrara) sono tra i primi fruitori del bacino rosignanese.

«I disagi che danno impianti di questo genere sono abbastanza evidenti e noti – ammette il presidente della Rea, Fabio Ghelardini – Ma bisogna stare attenti perché il riconoscimento del disagio incide sui costi e questo va messo nei conti perché non sarà un problema solo della Rea ma di tutti coloro che vengono qui a utilizzare la nostra discarica».

Ghelardini teme infatti che l’area del disagio possa allargarsi a macchia d’olio. «Nella precedente amministrazione – ricorda – il consiglio comunale ipotizzò una fascia di rispetto intorno a Scapigliato che tutelasse i cittadini che vi erano compresi. Io però le faccio l’esempio dell’incendio di quest’estate: i disagi ci sono stati e il fumo è ricaduto nella zona, ma le analisi hanno detto anche che siamo a livello di campi che si ritrovano superiori lungo le strade, e che sono prodotti dalle combustioni delle auto. Con questo voglio dire che il disagio lo dà la discarica, ma lo danno anche le fabbriche, e lo danno soprattutto le automobili. La discarica ha impatti, ma demonizzarla sarebbe l’errore più grave, occorre piuttosto ripensare il sistema di smaltimento dei rifiuti a livello generale, perché in questo campo non c’è una soluzione, ma l’applicazione di più tecnologie può limitare gli impatti complessivi».

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