[31/01/2007] Parchi

Morabito: «I paladini del doping venatorio sono i veri nemici della natura»

LIVORNO. La caccia è ufficialmente chiusa, ma non le polemiche. Le associazioni ambientaliste mettono in evidenza le conseguenze di leggi regionali con evidenti forzature sul tema della caccia rispetto alle normative europeee, ma intanto alcune associazioni venatorie premono e rilanciano, incuranti delle procedure di infrazione avviate dall´Ue, ad esempio sulla caccia nelle Zps. Antonino Morabito, responsabile nazionale conservazione e gestione fauna di Legambiente sferra un duro attacco contro «la parte peggiore del mondo venatorio, veri responsabili del bracconaggio dilagante e della scarsezza dei controlli che alimenta una condizione deleteria in tutta Italia».

E morabito fa una specie di classifica dei nemici della natura: «Alla fine della stagione venatoria intendiamo assegnare il titolo di peggiori nemici della fauna alla Confederazione delle associazioni venatorie italiane (Confavi), all´Associazione nazionale libera caccia (Anlc) e all´Associazione dei migratoristi italiani (Anuu), orchestrate da un manipolo di esagitati che continuano a chiedere periodi di caccia durante le migrazioni, l´aumento delle specie cacciabili, l´innalzamento dei limiti dei carnieri, la chiusura di aree protette, stravolgimenti normativi e quant´altro».

Sono le associazioni venatorie che qualche mese fa anche in Toscana si sono distinte nell´organizzazione del corteo di cacciatori a Roma e nelle manifestazioni in toscana per chiedere il mantenimento della caccia senza limitazioni di specie e vincoli anche nelle Zone di protezione speciale istituite in osservanza della direttiva Uccelli dell´Ue e l´ampliamento del calendario venatorio e delle specie cacciabili.

«Per difendere davvero la fauna - afferma Morabito – bisogna dire, con coraggio, chi sono questi "paladini del doping venatorio", quelli in grado di far promesse sbalorditive che rafforzano un contesto socio-culturale al quale la politica, quella con la "p" minuscola, ritiene necessario concedere più del dovuto. Chiediamo dunque al governo e alle regioni che fine fanno nel nostro Paese la conservazione del patrimonio faunistico e il prelievo venatorio compatibile?».

Parole forti, soprattutto perché dette a nome di un´associazione spesso accusata di essere troppo morbida con i cacciatori con i quali intrattiene rapporti frequenti basati sulla gestione della fauna selvatica.

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