[05/02/2007] Consumo

Maiali toscani, bisonti americani e comportamenti umani

FIRENZE. Ci scrive Mariangela Corrieri, responsabile Lav di Firenze, per segnalare «un fatto atroce che si ripete nel silenzio dell´illegalità. Succede nelle nostre campagne che i maiali vengano prelevati a forza dalla porcilaia, legati per una zampa e issati nel vuoto con una ruspa. Mentre le loro grida agghiaccianti di dolore echeggiano nell´aria, gente spietata impugna un coltellaccio e li sgozza. A prescindere dalla coscienza che non esiste in chi compie gesti tanto cruenti, l´uccisione si compie in barba alla legge che vieta tale procedimento». Si tratta sicuramente della manifestazione più aperta delle nuove sensibilità verso gli animali che ci pongono nuove questioni sul rapporto "etico" tra specie umana ed altri esseri viventi: una lettera così sarebbe stata impensabile (e lo è ancora in gran parte dei paesi del Mondo) solo pochi anni fa, quando le grida dei maiali appesi per la macellazione casalinga echeggiavano in tutti i paesi della Toscana e per tutti erano una cosa normale.

«Noi chiediamo che vengano effettuati sopralluoghi, controlli, indagini a cura della Asl veterinaria e che alla legge fosse sempre riconosciuto il valore che le spetta in uno Stato di diritto, a prescindere dalla vittima del reato» dice la Corrieri - Purtroppo, comportamenti come quello dei gestori dell´allevamento di Arezzo, non sono nuovi né isolati e gli animali, ultimi tra gli ultimi e vittime senza parola, risultano gli strumenti privilegiati per il tirocinio di ignobili comportamenti che si riversano o si riverseranno sulla nostra specie». E ancora: «vorremmo che accanto all´accresciuta sensibilità pubblica, all´accresciuta crudeltà di pochi, cresca il controllo e la repressione da parte delle istituzioni».

Ma la questione del rapporto tra uomo animali ed attività economiche non è sicuramente solo toscana e italiana: la Reuters dà notizia che più della metà dei bisonti di una delle più grandi mandrie selvagge degli Stati Uniti verrà uccisa dai cacciatori nell´ambito di un programma federale del Fish and Wildlife Service, riducendo la popolazione dei bisonti nel National Elk Refuge nel Wyoming da 1.100 a 500, cosa che sarebbe necessaria a causa del sovrapascolamento sui 25.000 acri del parco e perché molti di questi bovini sarebbero portatori di brucellosi, una malattia che potrebbe infettare il bestiame di allevamento. Anche le alci, che danno il nome alla riserva, verranno portate dalle attuali 6.700 a 5.000 mediante la caccia. Inoltre verrà interrotta la pratica che dura da 100 anni di foraggiare i grandi erbivori durante l´inverno.
Ma il bisonte, o Bufalo, è un animale icona dell´ovest americano, ed è la maggiore attrattiva turistica del National Elk Refuge ed alcune associazioni di ambientalisti danno battaglia da un anno per impedire gli abbattimenti annunciati.

Una vicenda che ricorda molto da vicino quelle dei caprioli piemontesi e toscani o quella dei cinghiali e mufloni all´Elba. I biologi dicono che il rifugio non può sostenere un numero di bisonti così alto (ogni bisonte consuma risorse quanto 3 alci) ma i gruppi animalisti dicono che sono state le agenzie governative a creare il problema alimentando gli animali: «Non potete continuare a gonfiare artificialmente i numeri dei bisonti e poi dire, "dobbiamo sparargli" - ha detto Jonathan Lovvorn, un avvocato del Fund for Animals e vicepresidente della U.S. Humane Society - Inoltre abbiamo delle preoccupazioni che si voglia cercare di creare un animale semi-addomesticato e sul come si vuole procedere» Ma i funzionari del Fish and Wildlife Service ribattono che proprio la riduzione delle mandrie renderà più disponibile I pascoli naturali e permetterà di diminuire il foraggiamento senza far soffrire gli animali.

Il National Elk Refuge é stato voluto dalla città di Jackson, ma ora alci e bisonti sembrano entrare in conflitto, invadendo le nuove aree destinate al ricco turismo sciistico. «Negli ultimi anni abbiamo avuto un forte contrasto tra coloro che desiderano più bufali e coloro che ne vogliono di meno – spiega alle Reuters Barry Reiswig, responsabilie del National Elk Refuge - dovranno semplicemente venire ad un accordo».

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