[09/02/2007] Comunicati

Serafini: «Gli appelli ecologisti non indeboliscano l´autonomia delle associazioni»

LIVORNO. In queste settimane al politica di centrosinistra si trova ad affronatre due appelli ambientalisti distinti ma con obiettivi finali molto simili se non identici. Ieri abbiamo intervistato Fabrizio Vigni di Sinistra ecologista, oggi invece chiediamo un commento a Massimo Serafini, che ha firmato insieme a Fulvia Bandoli l’appello “concorrente”, quello che il Pd non lo vuole o che comunque non lo ritiene utuile allo scopo.

«Io faccio gli auguri a chi si sforzerà di far diventare organicamente ambientalista il partito democratico – spiega Massimo Serafini, dirigente di Legambiente - Ma sinceramente ho molti dubbi che questo intreccio tra la cultura cattolica della Margherita e la cultura migliorista ex comunista dei Ds - entrambe molto sviluppiste e fanatiche della crescita - sia in grado di rispondere e di offrire una piattaforma ambientale adeguata, che presuppone la capacità di mettere in discussione il dogma dell’eterna crescita, una riconversione industriale, una discontinuità totale nelle politiche fiscali».

Massimo Serafini, che invece ha firmato il manifesto degli ambientalisti di sinistra che non vogliono il Pd, sa bene che l’obiettivo (cambiano i metodi con cui raggiungerlo, ma l’obiettivo resta il solito) è difficilissimo da raggiungere anche da quest’altra parte: «Mi aspetto che amici e compagni a cui ho fatto gli auguri li ricambino anche a me – dice – perché è assai difficile costruire un soggetto di sinistra adeguato. La necessità che abbiamo è quella di una contaminazione della cultura ambientalista nelle politiche, non basta che vi siano politiche di settore sull´ambiente. Se l´ambiente rimane chiuso ni sé e messo da una parte,non c´è futuro. E questo è un problema che abbiamo di fronte tutti e che fa parte di un processo che deve risolvere il nodo di fondo della crisi società/politica, dandosi finalmente una capacità programmatica ambientalista. Per questo dico che non credo che il partito democratico possa rispondere a questa esisgenza e che gli sforzi siano vai».

Ma Massimo Serafini fa anche autocritica, quando prova a leggere questi due manifesti molto simili nei contenuti e così diversi nei loro veicoli: «Io auspico che queste firme e questi processi servano – dice – a rafforzare l’autonomia delle associazioni ambientaliste, perché se viceversa indebolissero questa autonomia, la capacità di incidere ambientalmente nelle scelte ne uscirebbe inevitabilmente sconfitta.

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