[13/02/2007] Energia
LIVORNO. A tutto gas. Anzi, a tutto ri(gas)sificatore. Quello di Livorno di sicuro. Quello di Rosignano no per la Regione Toscana (come si spiega nell´articolo seguente). Da valutare per il governo. Almeno così hanno fatto capire ieri sera il ministro Pierluigi Bersani e il presidente della Regione Claudio Martini partecipando alla manifestazione pubblica organizzata dalla federazione livornese dei Ds. Il tema era ‘discutere di energia e sviluppo sostenibile’.
Insieme a Bersani e Martini, il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi e il segretario dei ds livornesi Marco Ruggeri. Al loro arrivo alla Camera di commercio, sede dell’incontro, bordata di fischi dei manifestanti contro l’Olt di Pisa e Livorno e contro il progetto Bp Edison di Rosignano. Circa trecento persone.
«Siamo i più grandi consumatori di gas del mondo» ha detto Bersani nel suo intervento che ha toccato tutti gli aspetti legati all’energia dalla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento a quella di ridurre drasticamente i consumi. Con un monito per tutti: «Sia chiaro che o si fanno questi 3 o 4 rigassificatori da qui al 2012 oppure noi non siamo tranquilli. E quando dico che non siamo tranquilli significa che non arriverà la luce. E non arriverà a tutti, compresi quelli che hanno detto no».
Un messaggio forte al quale Bersani ha fatto precedere una lunga serie di motivazioni. Dall’impossibilità di continuare a sfruttare il petrolio, al necessario passaggio graduale verso l’utilizzo di altre fonti di energia, al no inevitabile al nucleare («che ha tempi e costi che neppure gli americani ti sanno quantificare per cui si alla ricerca ma per il futuro»).
Ma per il passaggio dal petrolio, appunto, al gas e alle rinnovabili fino – secondo soprattutto Martini – all’idrogeno di Rifkin, servono una ventina di anni. Durante i quali si dovrà anche sfruttare un po’ di carbone.
«E allora – ha detto Bersani – se non vogliamo il nucleare, se non vogliamo il carbone (ma Civitavecchia e Porto Tolle sono in trasformazione a carbone, ndr), ci rimane il gas. E per utilizzarlo ai ritmi che lo utilizziamo noi o lo prendiamo con i tubi o con i rigassificatori, non ci sono altre soluzioni».
In platea c’era uno striscione di un comitato di Rosignano che chiede il referendum sul rigassificatore della Bp Edison e Bersani gli ha così risposto: «Vedo che si chiede un referendum. Ebbene io credo negli amministratori che hanno la forza e il coraggio a un certo punto di fare delle scelte e si prendono la responsabilità di decidere. Certamente pretendendo il massimo della tecnologia e della sicurezza, ma la sicurezza non la dà la politica, ma le procedure tecniche di valutazione».
Nessun accenno, almeno ieri sera, alla commissione che sta valutando il progetto Olt e alla cogenza del suo lavoro. Solo qualche vago accenno sulle compensazioni legate all’impianto a dimostrazione che fra rigassificatore e trasformazione a gas della centrale del Marzocco non è stato mai inserito nè concordato alcun vincolo formale. Ed è probabilmente proprio per questo che si è scelta una nuova strada di confronto con l’Enel, ovvero quella di ottenere qualcosa all’interno della ridiscussione dell’accordo sulla geotermia. L´eventuale trasformazione a gas della centrale quindi, viaggerà, se viaggerà, su un binario del tutto autonomo alla realizzazione del rigassificatore.
Va segnalato tra l´altro che Endesa, la società che è dentro il progetto Olt che si è detta alcuni giorni fa pronta a dare un aiuto all´Enel per la riconversione a gas della centrale di Livorno, sta per essere acquisita dai tedeschi dell´E.On. Cambierà qualcosa? I tedeschi saranno ancora interessati? I due rappresentati di Endesa incontrati dal Comune pochi giorni fa - l’amministratore delegato, Jesus Olmos, e il numero 2, Antonio Redondo - resteranno al loro posto?
Bersani ha poi riconosciuto alla Toscana il grande contributo che con le operazioni Olt e Galsi rendono al sistema Paese. E che lo stesso governo cercherà di intervenire per trovare ricadute positive sul territorio conseguenti al passaggio del metanodotto algerino. «Al governo – ha detto Martini - avevamo posto un´esigenza una volta costituito il consorzio: che la Toscana fosse dentro l´operazione. Richiesta logica, visto che il metanodotto attraverserà per buona parte la nostra regione. La risposta, positiva, è arrivata e ora si tratta di mettersi a lavorare per vedere in che modo: per decidere chi e come rappresenterà la Toscana a quel tavolo». Ma soprattutto se i registi dell´operazione acconsentiranno alla richiesta della regione.
Governo e regione sembrano convinti di poter recuperare un ruolo di coprotagonisti anche per la toscana.
E Bersani, e con lui Martini, hanno fatto anche un accenno al partito democratico convergendo sull’idea che il perno di questo nuovo soggetto politico deve essere l’ambiente come «chiave interpretativa della crescita».