[13/02/2007] Energia

Elettrodotto elbano e carbone piombinese, Legambiente: perché si ignora il metanodotto Galsi?

PORTOFERRAIO (Livorno). Legambiente chiede agli 8 sindaci elbani di dire un no netto alla riconversione a carbone della centrale di Tor del Sale di Piombino e appoggia il presidente del parco nazionale dell´Arcipelago toscano, Mario Tozzi, nel chiedere agli elbani che non vogliono un nuovo elettrodotto se sono anche disposti ad essere più virtuosi, a consumare meno e meglio ed a produrre energia pulita dal sole e dal vento.

«Ma in tutta questa discussione sull´energia – dice il Cigno verde isolano - rischia di rimanere in ombra un elemento che da solo potrebbe cambiare le carte in tavola: la costruzione di un secondo gasdotto tra l´Algeria e l´Italia, che dovrebbe essere realizzato per il 2008. Il metanodotto approderà a Piombino sfiorando l´Elba o addirittura attraversandola, a realizzarlo sarà Galsi, controllata per il 13,5% da Enel, cioè da chi gestisce Tor del Sale e vuole costruire il nuovo elettrodotto all´Elba, e dovrebbe trasportare 8 miliardi di metri cubi di gas all´anno, di cui una quota sarà destinata alla metanizzazione della Sardegna, mentre la parte restante sarà immessa nella rete nazionale di trasporto del gas».

E Legambiente ricorda l´interesse di Consiag, l´azienda pratese del gas e dell´acqua, pronta a sbarcare all´Elba diventando "socia" di Esa, che gestisce i rifiuti sull´isola, « la Toscana – si legge in una nota del Consiag - in grave ritardo, arranca per cercare di rientrare nella partita. Eppure il territorio regionale è pienamente "investito" dall´opera, che come in Sardegna porterà per la prima volta il metano all´Elba e che utilizzerà Piombino come luogo di sbarco in Italia», mentre per l´assessore regionale all´ambiente Marino Artusa «il gasdotto è strategico e Galsi deve tenere conto che l´infrastruttura arriva in Italia approdando in Toscana».

La posizione di Legambiente Toscana è nota: tre nuovi punti di accesso (oltre a Olt e Galsi, il terzo è l’eventuale rigassificatore di Rosignano che però la Regione ha ribadito non volere, ndr) per l´approvvigionamento di metano sulla costa livornese, prefigurerebbero la Toscana come "nuova porta del gas" in Europa e «tradiscono la volontà di mantenere gli attuali trend di crescita della domanda energetica senza intervenire sulla qualità con meccanismi di riduzione dei consumi e di ricorso alle rinnovabili, solare ed eolico in primis». Per questo chiede che quel metano serva alla riconversione delle centrali elettriche di Livorno e Tor del Sale.

«Chi governa questa operazione di così grande rilevanza economica e ambientale? – dice Legambiente Arcipelago - Quali effetti determinerebbe sul territorio e sulle comunità locali? Ce lo chiediamo e ci chiediamo anche se qualcuno degli amministratori locali elbani, in previsione del passaggio del "tubone" algerino nel nostro mare e forse sul nostro territorio abbia chiesto quelle contropartite ambientali e sociali che in altri luoghi vengono normalmente avanzate e quasi sempre concesse».

Poi il Cigno verde torna sull´appello di Mario Tozzi: «crediamo che il metano che rischia di passarci sotto il naso potrebbe essere utilizzato all´Elba anche per affrontare quei picchi di consumo estivo che renderebbero necessario l´elettrodotto elbano, magari riattrezzando una piccola centrale a gas all´Elba e sfruttando il tutto anche per la cogenerazione e la produzione di caldo/freddo. Insomma il metano potrebbe essere quel qualcosa in più che ci potrebbe permettere di ragionare subito, presto e bene di energia senza avere sulla testa la spada di Damocle di un black out estivo. Perché nessuno si muove per chiedere a Galsi, e all´Enel, di discutere di come si utilizzerà il metano che sta per passare dall´Elba?»

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