[13/02/2007] Rifiuti

Rapporto Apat sui rifiuti: Italia spaccata. Pecoraro Scanio: «I rifiuti calamità umana»

ROMA. Il Rapporto Rifiuti 2006 dell´Apat «analizza la produzione e la gestione dei rifiuti urbani e speciali, il sistema di produzione degli imballaggi e di gestione dei rifiuti di imballaggio; effettua il monitoraggio dell´applicazione sperimentale della tariffa e l´analisi economica dei costi di gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani». I dati si riferiscono al 2005 per i rifiuti urbani e al 2004 per i rifiuti speciali. Apat fornisce anche un aggiornamento del quadro sullo stato di attuazione della pianificazione territoriale, ed «effettua l´analisi di alcuni flussi di rifiuti che, per qualità (contenuto di sostanze pericolose) o quantità, sono di particolare rilievo ai fini del monitoraggio dell´evoluzione del sistema anche alla luce della normativa comunitaria in materia». Il Rapporto Rifiuti riporta 134 indicatori, e circa 200.000 dati dai quali emerge che la raccolta differenziata in Italia è a quota 24,3%, con una crescita del 6,9% sul 2001, ma ancora lontana dal 40% fissato dal governo per il 2007. Al nord nel 2005 la differenziata ha raggiunto quota 38,1%, al Centro il 19,14% e al Sud l´8,7%, ma la produzione di rifiuti continua a crescere: + 5,5% nel 2005 ed 1,6 milioni di tonnellate in più rispetto al 2003.

E anche nel sud le differenze non mancano: si va dal 20% circa di r.d. della provincia di Salerno all´appena 5,5% della Basilicata. Il più riciclane è il Veneto con il 47,7% di raccolta differenziata, seguita da Trentino Alto Adige (44,2%), Lombardia (42,5%), Piemonte (37,2%). Città come Prato, Padova e Torino raggiungono il 35%, seguite da città come Livorno, Brescia, Milano, Verona e con percentuali tra il 30 e il 35%, mentre Roma arranca al 15,3%. Ma nessuno fa meglio della provincia di Treviso al 70% di r.d., anche se dati sorprendenti vengono da comuni campani che si posizionano tra il 50 e il 60%, mentre intorno scoppia il dramma regionale dei rifiuti.

Il Commissario Straordinario dell´Apat, Giancarlo Viglione, i ha detto che «il Rapporto sui rifiuti dell´Apat è il più "anziano". Non sfugge all´attenzione che vengono presentati i dati 2004, ho ritenuto quindi opportuno raddoppiare le persone dedicate agli studi sui rifiuti, ma questo diventa insufficiente perché i produttori presentano a Unioncamere il cosiddetto "740 ecologico" nei sei mesi successivi all´anno di riferimento e Unioncamere lo consegna a noi dopo 6 mesi / 1 anno. Il "740 ecologico" deve essere presentato e comunicato prima all´Apat altrimenti avremo informazioni vecchie e datate. Nonostante questo ritardo siamo il primo Paese in Europa a dare dei dati sui rifiuti, fornendo un aiuto concreto all´ambiente e configurando l´Apat non come ente che fa politica ma come il controllore più spietato delle Istituzioni».
«L´obiettivo di raggiungere entro il 2007 il 40% della raccolta differenziata non è un´invenzione – ha detto il ministro dell´ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, si tratta di un obiettivo da raggiungere a livello territoriale in ogni provincia italiana", ha detto Pecoraro riferendosi agli obiettivi introdotti in finanziaria in cui sono indicati anche i target da raggiungere nel 2009 (50%) e nel 2011 (60%).

Legambiente fa notare che «é positivo che venga confermato l´obiettivo del 40% di raccolta differenziata entro la fine dell´anno e i successivi aumenti per gli anni a venire, riproposti oggi dal ministro Pecoraro Scanio, ma come non sottolineare che oggi l´Italia è in netto ritardo rispetto all´obbligo di legge che prevedeva già per il 2003 il 35%. Il nostro Paese al sud è in netto ritardo nella raccolta differenziata e siamo ancora fermi al 24,3 % a livello nazionale. Forse è arrivato il momento di prevedere sanzioni serie per le amministrazioni inadempienti, che prevedano non solo un generico ricorso al commissariamento, ma un sistema d´incentivi e disincentivi economici (a partire da una differenziazione dei costi di smaltimento in discarica) che premino i migliori e facciano pagare chi non rispetta gli obblighi di legge».

Per Pecoraro Scanio «La prima urgenza per il nostro paese è quella di uscire dal commissariamento e una legge del Parlamento ha stabilito la data al 31 dicembre. Questo significa razionalizzare il problema dei rifiuti perché la buona politica deve occuparsi non solo di calamità naturali ma di "calamità umane" come lo sono i rifiuti. I dati Apat incoraggiano la raccolta ma oltre a farla si deve anche riciclare. Per questo più sostegno alle imprese perché il settore dei rifiuti diventi settore economico e non solo un "settore di buona volontà". Altro punto quello di avere una buona conoscenza del settore dei rifiuti tossici e pericolosi che oggi vengono smaltiti in modo illegale. Faremo in modo che il Noe abbia più forza e che ci sia un maggior controllo satellitare per non sottovalutare che i rifiuti tossici smaltiti, dal momento che procurano morti equivalgono ad un omicidio. Questo occorre far capire all´opinione pubblica e alle associazioni di categoria a cui si chiede un forte impegno». Altrettanto impegno si richiederebbe a chi ha il potere di decidere, non solo di negare, quale armatura tecnologica serve al Paese per trattare-recuperare e smaltire in sicurezza i rifiuti speciali e pericolosi. Senza di ciò, come dimostrano i Paesi europei più avanzati ( dalla Germania all´Olanda, dalla Francia all´Austria) non ci saranno controlli satellitari, né impegni delle categorie economiche che tengono: ci sarà solo un moltiplicarsi di conferenze stampa sulle ecomafie. Ogni anno a registrare una loro proliferazione.

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