[13/02/2007] Rifiuti

Fanghi di depurazione, le strategie di smaltimento alternative

FIRENZE. Nei giorni scorsi greenreport ha dato notizia dell’accordo di programma tra Regione e Cispel Toscana e ha illustrato le ipotesi progettuali della stessa Cispel relative alla gestione e smaltimento dei fanghi di depurazione civile. Tra le strategie di smaltimento alternative vengono prese in considerazione la fitomineralizzazione, il condizionamento e la gassificazione/pirolisi. Vediamo meglio di che si tratta.

La fitomineralizzazione è un processo che consentirebbe di chiudere il ciclo di trattamento della linea fanghi all’interno dello stesso impianto di depurazione, attraverso tecniche a basso impatto ambientale basate su processi naturali. I fanghi verrebbero stabilizzati utilizzando e recuperando i letti di essiccamento presenti negli impianti, che nel tempo erano stati abbandonati, e grazie alla presenza di Phragmites australis. Queste sono delle piante acquatiche che hanno la funzione di favorire, oltre al processo di evapotraspirazione (meccanismo essenziale per la eliminazione di acqua), il trasferimento di ossigeno dall’aria alle radici dove sono insediati batteri che provocano la mineralizzazione e l’umificazione della frazione organica.

Da Cispel informano che il trattamento è stato sperimentato anche dall’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del CNR di Pisa, ed è ormai utilizzato presso diversi impianti con risultati ottimi. Infatti i fanghi non vengono avviati allo smaltimento per 5-8 anni e al momento dello svuotamento del letto filtrante le piante vengono tagliate e mescolate con i fanghi per ottenere un compost per l’agricoltura di elevata qualità. L’applicazione trova particolari risultati in impianti con potenzialità medio-piccola (fino a 30-40.000 ab/eq) e che presentano ancora i letti di essiccamento da riutilizzare. Cispel ipotizza una riduzione del fango finale da avviare alle successive fasi di riutilizzo intorno al 10-15% sul volume complessivo.

L’altra tecnica di smaltimento proposta è il condizionamento, tecnica di pretrattamento per il riutilizzo dei fanghi in agricoltura. Gli impianti dovrebbero essere posti in zone baricentriche e vicine ai terreni delle aziende agricole da convenzionare ed inserite nelle autorizzazioni allo spandimento. Tali impianti di semplice gestione, consistono in piattaforme coperte che ricevono i fanghi disidratati degli impianti centralizzati che vengono condizionati con calce e/o stabilizzati attraverso processi biologici e che abbiano anche la funzione di stoccaggi temporanei nei periodi in cui non è possibile accedere ai terreni agricoli.

I processi di gassificazione/pirolisi consistono invece in una decomposizione termochimica delle sostanze organiche: se il processo è svolto in presenza di una piccola quantità di ossidante a temperature di 800÷1000 °C si ha la gassificazione, se invece siamo in completa assenza di ossidante e la temperatura è compresa nell’intervallo 400÷800 °C si ha la pirolisi. I prodotti della prima sono un gas combustibile (syngas) e un residuo solido (ceneri). La pirolisi a seconda dei parametri di reazione e delle condizioni impostate, produce in quantità variabile combustibile gassoso, liquido e solido.

Queste ultime tecniche di trattamento dei fanghi di depurazione lasciano aperto il campo per un possibile riuso energetico anche se il potere calorifico dei fanghi (circa 3200 Kcal/kg) indica che da un punto di vista energetico siamo di fronte ad un materiale a basse potenzialità. Da Cispel però segnalano che l’introduzione in una fase del processo di gassificazione di un sistema di essiccamento termico per ridurre il contenuto di umidità, lascerebbe aperta la porta al riuso energetico.

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