[19/02/2007] Consumo

Ma anche il turismo può essere (un po´) più sostenibile

LIVORNO. Acquistare prodotti compatibili con l’ambiente come veicolo di riduzione degli impatti ambientali derivati dal settore turistico. E’ la scelta fatta da parte degli imprenditori alberghieri di una delle realtà turistiche, quella di Rimini, più importanti d’Europa. Nel servizio alberghiero infatti buona parte degli impatti ambientali è legata al consumo dei prodotti necessari alla gestione dell’attività.

La Provincia di Rimini fin dal 2003 si è impegnata all’individuazione dei criteri per la scelta dei prodotti eco-compatibili ed alla loro promozione, anche grazie alla disponibilità e collaborazione di circa 150 alberghi
E per divulgare e condividere le opportunità relative all’adozione di pratiche sostenibili nella gestione dei servizi turistici gestirà un incontro nell´ambito della BIT 2007 che si terrà giovedì 22 febbraio dalle ore 14,30 alle 18 sala Epsilon 1, padiglione 1, 2º piano Fiera di Milano.

Ne abbiamo paralato con Luigi Rambelli, presidente di Legambiente Turismo, e tra i relatori che saranno presente all’incontro.

Rambelli, secondo l’osservatorio Bain & Company in Italia si può sognare di avere il 17% del pil prodotto dal turismo. Nessun accenno, però, al fatto se questo incremento sia sostenibile. Che cosa ne pensa?
«In Italia il settore del turismo quest’anno è andato sostanzialmente bene. Le motivazioni sono molte, dai salari più bassi, alla paura di volare legata a quella per il terrorismo, non certo la qualità, ma tanto basta a far credere che quello di quest’anno sia un modello e che quindi si possa raddoppiare. Quello che preoccupa è che tutto si sta spostando ancora di più verso un maggior confort, nuovi parchi di divertimenti, nuove costruzioni ecc. Il quadro non è incoraggiante, però ci sono albergatori che si stanno rendendo conto della situazione e questa degli acquisiti verdi è almeno un buona iniziativa».

Dal vostro punto di osservazione a che livello è arrivata la consapevolezza degli albergatori riguardo alla sostenibilità?
«Ci sono dei dati che si commentano da soli. In Italia ci sono circa 1 milione e 400mila strutture ricettive e di queste solo 2000 sono Ecolabel. Noi comunque siamo partiti dal basso e ci siamo detti ad esempio: quanto si risparmia con un pannello solare per riscaldare l’acqua in un albergo a persona? Poi abbiamo fatto un calcolo moltiplicando quel numero per i 500 milioni di turisti in Italia all’anno ospitati nelle strutture e, per usare un’unità di misura, abbiamo visto che ci si risparmia quanto una città come Milano!»

Quali sono le criticità?
«Bisogna che le istituzioni finanzino le azioni e non le chiacchiere. Si fanno bandi per le consulenze ai quali nessuno partecipa. Faccio un esempio: sapete qual è il risultato dei finanziamenti per i progetti Life nella maggior parte dei casi? Montagne di carta e nient’altro. Va cambiato proprio il metodo di finanziamento».

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