[19/02/2007] Consumo

Il Pil spacca le regioni europee (e italiane) tra ricche e povere

LIVORNO. Secondo Eurostat, nel 2004, secondo lo standard del potere d’acquisto, il prodotto interno lordo (pil) per abitante delle 268 regioni dell’unione Europea variava dal 24% della nedia dell’Ue a 27 della regione del Nord-Est in Romania al 303% della Inner London in Gran Bretagna, subito dopo venivano il Granducato del Lussemburgo (251%) e Bruxelles (248%). 46 Regioni erano al 125%: 8 ciacuna per Germania e Inghilterra, sette in Italia: Lombardia (141,5), Alto Adige (140,2), ), Lazio (131,8), Emilia Romagna (130,4), Valle d’Aosta (128,2), Veneto (127,4), Trentino (126,9).

La Toscana supera la media europea e si attesta al 116,9%, migliore nell’Italia centrale, se si esclude il Lazio trainato da Roma, circa 15 punti sopra l’Umbria e 9 sopra le Marche.
Sopra la media Europea anche 5 regioni in Olanda, 4 in Austria, 3 in Belgio e Spagna, una regione in Finlandia, Repubblica Ceca, Irlanda, Slovacchia, Svezia e Lussemburgo.
In alcune regioni il livello di Pil può essere influenzato dal flusso di merci in arrivo che rischiano di farlo sovrastimare.

Ma ci sono anche 15 regioni che stentano molto ad agganciarsi al carro dello sviluypo europeo e si trovano tutte in Bulgaria, Polonia, Romania, dopo la regione del Nord-Est rumena troviamo Severozapaden, Yuzhen tsentralen et Severen tsentralen in Bulgaria (26% ciascuna).

70 regioni dispongono di un Pil per abitanti inferiore al 75% della media europea: 15 sono in Polonia, 8 in Grecia e Romania, 7 nella Repubblica Ceca, 6 in Bulgaria ed Ungheria, quattro in Francia (tutte nei dipartimenti di oltremare) e in Portogallo ed Italia, 3 in Slovacchia, una un Spagna, Estonia, Lettonia, Lituania e Malta.

Le quattro regioni italiane in fondo alla classifica del Pil europeo sono: Sicilia (67,3), Campania (68,4), Calabria (68,5), Puglia (69,8). Sotto la media europea anche: Abruzzo (84,9), Sardegna (81,4), Molise (77,1), Basilicata (75,4),

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