[20/02/2007] Urbanistica

Edilizia scolastica, un nuovo piano a rischio "efficienza"

LIVORNO. Il problema dell’edilizia scolastica è un problema particolarmente serio per il nostro paese, anche in relazione ai pochi fondi che gli enti locali vi possono destinare: le esigenze economiche per risolvere la fatiscenza e l’obsolescenza che caratterizzano le nostre scuole sono infatti ben poco compatibili con i bilanci degli enti locali che ne hanno competenza.
Su questo interviene un decreto del ministero della pubblica istruzione che nelle prossime settimane approderà al consiglio dei ministri e che ItaliaOggi ha anticipato.

La novità normativa permetterà infatti di vendere scuole (e quindi la volumetria da esse occupata ) ad imprese private che si impegnino a costruire la nuova struttura in un´altra zona. E si presume che quindi in cambio potranno costruire in quegli spazi nuovi edifici di pari volume.
Un nuovo piano per l´edilizia scolastica quindi, che punta a dismettere le vecchie strutture in cambio di nuove.

A prima vista una ipotesi allettante, data appunto la scarsità dei fondi da destinarsi all’edilizia scolastica, ma da tenere sotto il dovuto controllo per raggiungere un giusto equilibrio tra i vantaggi per il patrimonio pubblico e la rendita privata. Il decreto prevede comunque che siano proprio gli enti locali, ovvero i comuni proprietari degli edifici delle elementari, e le province delle medie e superiori, a decidere se e quando vendere. Anche sulla base dei piani strutturali.

I piani straordinari di edilizia scolastica dovranno riguardare «le aree ad alta densità abitativa o caratterizzate da un´accentuata situazione di disagio sociale». Gli enti che dovessero decidere potranno mettere sul piatto della bilancia, nel rapporto con l´acquirente/costruttore, anche una copertura finanziaria per pagare i debiti dei primi tre anni per i mutui contratti dall´impresa con la banca per la nuova costruzione. Si tratta di attingere a circa 154 milioni di euro dai fondi inutilizzati giacenti sui capitoli di bilancio delle direzioni regionali, residui di vecchi stanziamenti per la scuola.

Si tratterà anche di capire quanto gli aspetti che riguardano le caratteristiche delle nuove costruzioni, peseranno sugli accordi di compravendita previsti dal nuovo piano dell’edilizia scolastica che varerà il decreto del ministero della pubblica istruzione.
Il pacchetto sull’efficienza energetica in edilizia varato ieri dal Governo prevede infatti l’obbligo di certificazione sugli edifici in fase di compravendita e del ricorso al solare termico per il riscaldamento dell’acqua e almeno del 50% di solare fotovoltaico per la produzione di energia elettrica e dello schermo solare esterno, per le nuove costruzioni.

Ciò significa che il valore energetico (presumibilmente molto basso) delle strutture scolastiche messe in vendita ne farà abbassare ulteriormente il prezzo. Mentre nelle nuove costruzioni è necessario investire di più per raggiungere la certificazione energetica prevista. Questo comporterà la necessità di un maggior controllo nella trattativa tra pubblico e privato. E speriamo che per una volta siano le scuole a trarne il maggior beneficio. Ce n’è davvero bisogno!

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