[21/02/2007] Comunicati

Pubblico e privato: sostenibilità rovesciata nell´impegno sulla ricerca?

LIVORNO. Dal ministero dello sviluppo economico è arrivata ieri la notizia che è stato emanato il decreto che stabilisce termini e modalità per la presentazione, da parte delle Associazioni imprenditoriali, di proposte progettuali per lo sviluppo di progetti transnazionali di ricerca collettiva nell’ambito del 3° bando Cornet. Si tratta di un’iniziativa che ha lo scopo di incoraggiare lo sviluppo di attività di ricerca e innovazione a carattere collettivo di portata transnazionale, attraverso il sostegno a progetti di ricerca collettiva, condotti da associazioni imprenditoriali di più Paesi, con il coinvolgimento di Università e Centri di ricerca specializzati.

L’iniziativa è certamente lodevole ma ovviamente nelle discriminanti relative alle attività che saranno co-finanziate non c’è alcuna traccia di intreccio con la sostenibilità. Semplificando i finanziamenti ad esempio sono legati “alla dimostrazione dei risultati delle attività di ricerca e sviluppo tecnologico”. Innovazione e sostenibilità non vengono viste come due aspetti legati insieme. Si potrà dire, infatti, che non è escluso che chi innova pensi anche alla sostenibilità, ma questa è un’altra questione.

Già alcuni giorni fa greenreport aveva posto l’accento sul fatto che il 23 febbraio (dopo domani) sarà presentato al Consiglio dei ministri il regolamento della nascitura Agenzia di valutazione del sistema universitario nazionale, che avrà il compito di decidere quali ricerche ´meritano´ o ´non meritano´ i soldi. E anche lì nessun accenno ai criteri di sostenibilità.

«Le valutazioni – ci disse Lucio Bianco, professore di ingegneria all’università Tor Vergata di Roma e direttore del dipartimento di Ingegneria dell’impresa - vengono fatte valutando la qualità scientifica dell’attività, ma siccome questa agenzia è un fatto nuovo potrebbe in effetti essere preso maggiormente in considerazione, pur non essendo esplicitamente previsto nel decreto».

Da notare che se da parte dello Stato il criterio della sostenibilità non è ancora stato metabolizzato, questo comincia ad essere utilizzato, invece, da una parte del mondo imprenditoriale. In particolare quello del mattone che da 11 anni premia gli studi nel settore laterizio sull’innovazione di prodotto o di processo e sull’impatto ambientale.

Si tratta del premio Andil-Icers, giunto appunto all’11° edizione e rivolto a coloro che abbiamo discusso tesi di laurea, di dottorato, che abbiamo completatati l’elaborato finale di una borsa di studio, o svolto attività di ricerca.

Certo, l’impresa del mattone investe in questo tipo di ricerca anche perché scommette sempre più nella bioedilizia. Una scelta che non fa una piega. Qualche piega, invece, la fa il continuo aumento del consumo di territorio: anche quello impegnato con la bioedilizia.

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