[22/02/2007] Energia

Scaroni punta sulle alghe per produrre il biodiesel

ROMA. Le parole dette dall´amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, durante un incontro con gli studenti della Luiss, non faranno certamente contenti gli agricoltori italiani che indicano nei biocarburanti una valida alternativa al petrolio. Per Scaroni bisognerebbe prima capire «quanto consumo energetico c´é dietro la produzione di questi materiali. Si scoprirebbe che per produrre un litro di biocarburante se n´é utilizzato mezzo di combustibili fossili».

E si è detto scettico sulla possibilità di una produzione in larga scala in Italia, per l’amministratore delegato dell’Eni questo tipo di colture, come la colza, sarebbero «utili in paesi con grandi estensioni territoriali in cui coltivarli». Invece l’Eni per i biocarburanti sta puntando sulle alghe: «si possono fare fino a 50 raccolti l´anno ed allevarle nelle vasche» ha spiegato Scaroni.

In effetti le alghe possono essere usate per produrre biodiesel ed alcune specie hanno una buona produzione di sostanze oleose, a volte ritenuta superiore a quella di coltivazioni a terra realizzate per lo stesso scopo. Inoltre per ricavare il biodisel dalle alghe non ci sarebbe bisogno di acqua dolce potabile e fertilizzanti: le sperimentazioni in corso parlano di costi ridotti. Resta da capire quali tipi di impianti si vorrebbero utilizzare e quale impatto avrebbe una estesa algacoltura industriale su alcuni ambienti acquatici e costieri.

E’ anche noto da tempo che alcuni tipi di alghe, in particolari condizioni, ad esempio se private di zolfo, passano a produrre idrogeno invece che ossigeno, che le renderebbe una fonte naturale di quella che in molti pensano sarà l’energia del futuro. Infine, le alghe possono essere anche utilizzate come biomassa per produrre calore ed elettricità.

Ma Scaroni evidentemente pensa ad alghe, colza e biodisel come un qualcosa in più, quasi un doveroso esperimento rispetto al nocciolo duro dell’energia che per lui rimarrà a lungo immutato: «quello che dobbiamo fare va fatto – ha detto alla Luiss - ma non c´é nessuna fonte di questo tipo che possa sostituire il petrolio». Le energie rinnovabili «non sono una risposta ai problemi energetici per i prossimi 15 o 20 anni. Investire sulle rinnovabili va bene, ma non possiamo contarci nel breve termine».

La Coldiretti non è assolutamente d’accordo con l’amministratore dell’Eni e chiede da tempo «una maggiore decisione nel raggiungimento degli obiettivi fissati per il nostro paese dal protocollo di Kyoto anche con lo sviluppo di alternative energetiche come i biocarburanti ottenuti dalle coltivazioni agricole, per ridurre l´impatto dei gas ad effetto serra dei combustibili fossili. Potenziando le coltivazioni dedicate alla produzione di biocarburanti (biodiesel e bioetanolo), utilizzando residui agricoli, forestali e dell´allevamento e installando pannelli solari nella aziende agricole l´Italia potrebbe arrivare a coprire fino al 13 per cento del fabbisogno energetico nazionale, risparmiare oltre 12 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti e ridurre le emissioni di anidride carbonica di origine fossile di 30 milioni di tonnellate, con un contributo determinate per contrastare il cambiamento del clima».

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