[26/02/2007] Acqua

La Cina ha sete, la siccità avanza e le dighe non servono

LIVORNO. Lo Yangtze, il fiume più lungo della Cina, è quasi a secco ed 1 milione di persone sono a corto di acqua potabile. Una forte siccità ed un inverno caldo hanno fatto calare a livelli preoccupanti le acque del grande fiume nelle ultime due settimane e costretto a limitare drasticamente il pompaggio dell’acqua a fini agricoli, industriali e civili, tanto che Shapingba Waterworks, la più grande azienda di distribuzione idrica nella città industriale di Chongqing, sta utilizzando solo uno dei 10 grandi tubi che pompano l’acqua dallo Yangtze per potabilizzarla.
«E i livelli dell’acqua nel corso superiore dello Yangtze e nel suo affluente Jialing continuano a declinare, affronteremo una crisi reale» ha detto all’agenzia cinese Xinhua un portavoce di Shapingba Waterworks.

I livelli idrici dei due fiumi stanno declinando rapidamente per la mancanza di piogge che fanno seguito alla siccità ed alla carestia che hanno contrassegnato l´estate scorsa e per le prime piogge bisognerà probabilmente attendere maggio.

Il nord della Cina soffre storicamente di scarsità d’acqua, ma da qualche anno la siccità sta colpendo duramente altre aree, con l’estendersi della desertificazione e le grandi dighe non sembrano utili a fronteggiare il fenomeno, anzi, come nel caso dello Yangtze la loro realizzazione sembra coincidere con un aumento dei fenomeni. La siccità che nell’estate 2006 ha colpito il sud-ovest della Cina è stata la peggiore negli ultimi 50 anni, causando danni economici per circa 900 milioni di euro e lasciando senza sufficiente acqua potabile 18 milioni di persone a Chongqing e nella provincia Sichuan.

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