[26/02/2007] Acqua

Il Comitato italiano del contratto mondiale sull’acqua tifa Prodi

IRENZE. Il movimento (o almeno una parte) che si sta battendo per riaffermare l’acqua come diritto e bene comune, è preoccupato della crisi di governo. «Con il governo Prodi si è aperta la strada del confronto sulla gestione pubblica dell’acqua e dei servizi idrici - dichiara il Comitato Italiano del Contratto Mondiale sull’acqua per voce del Presidente Emilio Molinari - si sono fatti alcuni passi concreti nella direzione di affermare tale principio anche nelle leggi dello Stato. Per questo pensiamo che il Governo Prodi sia stata la condizione politica che ha permesso di creare la condizione di fermare le privatizzazioni dei servizi idrici e la conseguente mercificazione dell’acqua e di aprire quel percorso politico che può portare il nostro paese verso una nuova legge quadro che sancisca il riconoscimento dell’accesso all’acqua come un diritto umano. Noi partiamo da questo impegno politico per rinnovare, in un modo diverso da quello istituzionale, la fiducia al Governo Prodi».

Il Comitato Italiano del Contratto Mondiale sull’acqua esprime la volontà di proseguire il confronto e richiama a quanto sta scritto nel programma di governo con il quale è stato eletto il Presidente del consiglio, impegno solenne perché preso con gli elettori, e specifica un leggero cambiamento di impostazione: «Abbiamo sempre evitato prese di posizione che potessero schierarci con un Governo, ritenendo che la questione dell’acqua come diritto, la salvaguardia dei “beni comuni” che devono essere sottoposti alla res pubblica partecipata, costituiscono un impegno, una cultura universale, che attraversa trasversalmente ed impegna tutta la classe politica. Ma di fronte alla realtà politica del nostro Paese e alla crisi che si profila, riteniamo di dover dire che il quadro politico del governo Prodi è stato quello che ha permesso, pur nelle difficoltà, di tener aperto un dialogo con i movimenti e la società civile su tali questioni».

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