[26/02/2007] Energia

Enel investe nel nucleare sovietico slovacco

ROMA. Greenreport ne aveva dato notizia qualche tempo fa, ma ora sembra ufficiale: il primo ministro slovacco Robert Fico ha incontrato l´amministratore delegato dell´Enel, Fulvio Conti, per chiudere un accordo che da 1,6 miliardi di euro per completare due reattori nucleari da circa 800 Megawatt a Mochovce, in Slovacchia. Si tratta di centrali di epoca sovietica, anche se di seconda generazione, per le quali non è stato completato lo studio di fattibilità del progetto di completamento, previsto per aprile.

Per Greenpeace «il progetto rappresenta inoltre un enorme pericolo. I due fatiscenti reattori slovacchi di tipo VVER-440/213 risalgono ai primi anni Settanta e, non potendo essere migliorati i livelli di sicurezza, non soddisfano i requisiti minimi di sicurezza richiesti dall´Europa. Nel 2012, una volta ultimati i lavori, i reattori saranno datati di oltre 40 anni!».

I paesi dell’Europa est, a corto di energia e con l’eredità delle centrali nucleari sovietiche, cercano disperatamente partners per rimettere in sesto questi dinosauri energetici per non doverli dimettere, ma la Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Erdb) si è già rifiutata di finanziarne il completamento, mentre un reattore dello stesso tipo è stato nel 1990 in Germania, a Greisfwald, non appena entrò in funzione e le autorità tedesche dopo la riunificazione bloccarono la costruzione di altre tre unità di terza generazione VVER, quindi più recenti di quelle che Enel vuole completare a Mochovce, nella Germania dell’Est.

«Per entrare nel mercato elettrico slovacco – fa notare Greenpeace - Enel accetta di finanziare una operazione molto discutibile sia sul piano della sicurezza che su quello dei costi. Dalle informazioni finora in possesso di Greenpeace, il governo slovacco farà degli sconti sui costi di smantellamento e di gestione delle scorie, sconti che si configurano come aiuti di stato».

Quello slovacco è un investimento maggiore di quello previsto dall’Enel per i cinquemila Megawatt di impianti a gas a ciclo combinato in Italia, e Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace, commenta. Ironicamente: «Se la ´vera rivoluzione è non cambiare il Mondo´, come recita la monumentale campagna pubblicitaria di Enel, questa operazione è sicuramente un bell´esempio di coerenza».

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