[28/02/2007] Aria

Con il petrolio di Chavez giù i costi dell´Ataf, non le Pm10

LIVORNO. Dopo Ken “il rosso”, sindaco di Londra, adesso ci prova anche l’Ataf di Firenze. La presidente dell’Ataf Elisabetta Tesi ha chiesto infatti al presidente Venezuelano Hugo Chavez la fornitura di gasolio a prezzo scontato, in cambio di tecnici ed esperti toscani. E l’occasione è stata la visita ieri a Firenze del vicepresidente della commissione esteri del parlamento venezuelano, Carlos Escarrà Malavè, invitato dal presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini a parlare di partecipazione e democrazia.

Impegnato, come anche il presidente Chavez, in un tour tra i vari paesi del mondo per costruire uno scambio di relazioni per affrancare il sistema socialista modello venezuelano, il senatore Malavè non si è fatto sfuggire l’occasione di ottenere in cambio del principale “bene comune” di cui il proprio paese dispone, il know how di cui invece è carente per quanto riguarda la gestione dei servizi. E da parte nostrana l’idea di abbassare una delle voci consistenti nel bilancio del trasporto pubblico, quale il costo del carburante, è apparsa una ghiotta opportunità.

Ataf spende 6milioni di euro per il gasolio l´anno, 1,9 di metano e Londra grazie all’accordo è riuscita ad abbattere del 20% le proprie spese. Mentre al Venezuela, dai paesi dove l´accordo è già attivo, in cambio del petrolio a prezzo scontato sono arrivati medici (Cuba), carne e scienziati (Argentina), ma anche allenatori sportivi, agronomi o tecnici (Londra), in attesa di avere competenze e conoscenze interne su cui il governo sudamericano comunque punta. Cooperazione? Solidarietà in linea con la «dichiarazione per rendere illegale la povertà» sottoscritta a Firenze nel 2005, come si cita tra le ragioni nella lettera indirizzata Chavez, per sollecitare l’accordo?

Tutto bene, se non per il fatto che a parte i risparmi economici nel bilancio dell’Ataf, restano dubbi i benefici che l’accordo di importare carburante dal Venezuela comporterà per «sostenere le città nella lotta al traffico e all’inquinamento». Come sostiene la presidente dell’Ataf, Elisabetta Tesi.

Infatti anche se fa parte di un progetto di cooperazione, sempre di gasolio si tratta e sempre le stesse emissioni produce. E le centraline che misurano il benzene o le polveri sottili, che ricordiamo hanno già fatto registrare 34 superamenti del limite ammesso nei primi 54 giorni del 2007, sui 35 al massimo consentiti in un anno intero, non faranno certo sconti al gasolio venezuelano.

E chissà se all’Ataf , che vuole farsi portavoce di un progetto di scambi che non coinvolga solo Firenze, ma anche altre città italiane, si prevede di destinare i risparmi ottenuti sul prezzo del carburante, per incentivare mezzi pubblici via via meno impattanti? Perché di questo avrebbero davvero bisogno le nostre città. E soprattutto i cittadini che le abitano.

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