[01/03/2007] Rifiuti

Barducci: Più la termovalorizzazione è avanzata tecnologicamente e meno impatti ha

LIVORNO. Sull’ultimo numero di «Villaggio Globale», dedicato alla problematica dei rifiuti, è stata pubblicata la notizia di una nuova tecnologia di trattamento «che sembra una favola».
«Una tecnologia – scrivono - che emette valori finali di diossine talmente bassi da non poter essere confrontabili con quelli previsti dalla legge sulle emissioni da inceneritore (la 133 del 2005) ma con quelli delle Bat, che si riferiscono alle migliori tecnologie, e rispetto a questi sono più bassi di 50-100mila volte».

Villaggio Globale sostiene che «i dati provengono dall’unità Isotherm dell’Itea installata a Gioia del Colle (Bari) che sta conducendo una interessante sperimentazione di smaltimento di rifiuti speciali con recupero energetico».

«Tale tecnologia – spiegano - si basa su un procedimento di combustione senza fiamma in un reattore isotermico ad alta temperatura, in pressione, alimentato con ossigeno. L’elevato tempo di residenza ad alta temperatura (1600 -1800 °C), e soprattutto l’assenza di «zone fredde» nel combustore, assicurano un’efficiente mineralizzazione delle sostanze tossiche entranti e dei precursori dei più pericolosi microinquinanti (diossine, furani, Ipa, etc…). Tale mineralizzazione si realizza poiché nella camera si raggiungono condizioni di pressione e temperatura che determinano la rottura dei legami molecolari e la completa ossidazione degli elementi presenti nei materiali introdotti (solidi, liquidi o gas)».

Anche in Italia, dicono, qualcosa si muove: è iniziata e si sta accelerando la sperimentazione con Enel, si registra un certo interesse da parte di vari enti italiani e la società è entrata fra gli 8 finalisti al prestigioso premio Impresa Ambiente.

Abbiamo chiesto un commento su questa interessante novità a Gianluca Barducci, ingegnere ambientale esperto nel settore rifiuti, e uno dei padri putativi del gassificatore di Testi.

«Se elimini l’azoto – comincia Barducci – il processo di combustione è perfetto. Questo non significa che non si generi C02. Se non lo fai bene, tra l’altro, generi diossine. Ogni tanto si sente parlare di questi tentativi ed è bene che la ricerca vada sempre avanti. Non deve mai fermarsi. Il punto però è un altro. Tu puoi prendere la peggiore schifezza e bruciarla con una combustione perfetta. Ma quando si passa dagli esperimenti, e quindi da piccole reazioni, a grandi impianti, si perde la perfezione dei parametri».

«Negli ultimi 20 anni – prosegue – ci sono stati pochi tentativi di migliorare la tecnologia, a parte i gassificatori fatti da me. E anche di questi ne sono stati installati due e forse ora se ne farà un altro a Roma. Quello di Greve, ad esempio, è rimasto aperto 5 anni, ma poi è stato chiuso perché i costi erano troppo elevati. E questo è un altro punto critico. A livello di impianti piloti ce ne sono molti con combustioni ideali, come ad esempio i dissociatori molecolari. Ma questi vanno bene quando metti dentro pochi chili l’ora, non ci si risolve certo il problema dei rifiuti».

«Non ho notizia – conclude Barducci – di novità su scala industriale. Voglio però ribadire una cosa: la termovalorizzazione più è avanzata tecnologicamente e meno impatti ha. Ma i costi saranno sempre elevati. Questo deve essere chiaro. E per mio conto questo è un prezzo che si deve pagare. Buttare tutti in discarica costa meno ora, ma quello che risparmi lo pagheranno le generazioni future che dovranno bonificare quelle aree».

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