[02/03/2007] Parchi

All´Elba un´altra petizione contro l´area marina protetta

LIVORNO. Dopo quella dell’isola del Giglio spunta un’altra petizione contro l’istituzione dell’Area marina protetta (Amp) dell’Arcipelago toscano, stavolta le firme sono raccolte a Rio Marina, all’Elba e le idee sono poche ma puntano al bersaglio grosso: «vogliamo decidere il nostro futuro da cittadini protagonisti e non da sudditi – si legge nei fogli che girano in bar e nell’unico supermercato del paese- pertanto chiediamo: 1) Che venga promosso un referendum popolare, sulla permanenza del territorio del Comune di Rio Marina nel perimetro del Parco Nazionale dell´Arcipelago Toscano. 2) Di non accettare l´istituzione dell´Area Marina Protetta, al fine di mantenere l´isola ed il suo mare liberi da vincoli e penalizzazioni».

Per Legambiente «il risorgere del movimento antiparco a Rio Marina non solo è anacronistico, è politicamente e culturalmente penoso perché basato sulla riproposizione di bugie stantie e ad orologeria. La base di partenza della petizione – spiegano gli ambientalisti elbani - che sta circolando a Rio Marina è infatti la contrarietà all’istituzione di un’Amp prevista dalle leggi della Repubblica Italiana, la 979 del 1982 e la 394 del 1991, che questi ignoranti vorrebbero abolire con un referendum locale insieme ai confini del parco nazionale istituiti nel 1996 da un Decreto del Presidente della Repubblica».

Per Legambiente «la malafede politica è evidente» perché l’iter per l’Amp stato avviato «dal governo di centro-destra del quale faceva parte come sottosegretario il sindaco di Rio Marina Francesco Bosi, e sostenuta giustamente e con forza a livello nazionale dal ministro dell’Ambiente di An Altero Matteoli, che ha avuto il merito di istituire molte aree marine protette e di avviarne molte altre, e localmente dal Commissario del parco, anche lui di An, Ruggero Barbetti. I comuni elbani, allora in maggioranza di centro-destra, si dichiararono favorevoli (con l’esclusione di Marciana. Ora gli antiparco si svegliano dal loro sonno silenzioso e, dimentichi di tutto questo, sparano una serie di bugie invereconde e propongono cose che si trasformerebbero in un danno per Rio Marina e i riesi (e gli elbani)».

Legambiente sospetta che gli antiparco «vorrebbero eliminare il parco a terra solo per poter tornare a cacciare tranquillamente di frodo nell’aree minerarie dove l’attività venatoria era già proibita prima dell’istituzione del Parco».

Ma il cigno Cigno verde è preoccupato per le ricadute che avrebbe un no all’Amp: «Si stanno istituendo le aree marine protette della Maremma, delle Formiche di Grosseto, delle secche della Meloria; sono state avanzate proposte di Amp per l’Argentario; Giannutri, Montecristo, Pianosa; Capraia e Gorgona sono già protette a mare, quindi praticamente lungo la costa toscana resterebbero senza area marina protetta solo l’Elba (in questo caso Rio Marina) e il Giglio. Quindi – afferma Legambiente - deve essere chiara una cosa: chi si oppone all’istituzione dell’area marina protetta vuole trasformare il mare dell’Elba e Rio Marina in una calamita per tutti i grandi pescherecci della costa Toscana che troveranno qui l’ultima zona franca per fare quello che gli pare. Quella incompetente petizione non è contro il Parco, è a favore della pesca a strascico, è contro la piccola pesca costiera che dall’area marina protetta sarebbe sostenuta e favorita, è contro la pesca sportiva che si potrà continuare a svolgere secondo regole condivise e già comprese nelle normative nazionali»

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