[05/03/2007] Consumo

Il benessere che genera (anche) consumi, grassi e rifiuti

LIVORNO. Le rilevazioni di febbraio 2007 dell’”Osservatorio Dinamiche. Il clima politico economico e le aspettative di consumo” - indagine volta ad investigare la percezione degli italiani relativamente ad una serie di aspetti fra cui l’atteggiamento verso i consumi e verso alcune categorie di beni e volta a misurare l’evoluzione della percezione degli italiani verso i consumi e del loro approccio alle decisioni di acquisto - hanno dimostrato che il 28,9% degli italiani farà più attenzione alla marca dei prodotti scelti fra i banchi dei supermercati e degli ipermercati, da mettere nel proprio carrello della spesa.

Aumenteranno anche gli acquisti dei prodotti con il marchio del supermercato (13,6%), di quelli di primo prezzo o di piccole marche a prezzi convenienti (17,4) e l’acquisto di prodotti scontati o in promozione (31,9).
Gli italiani faranno più attenzione, nella scelta del prodotto, al prezzo proposto, ma metteranno la stessa attenzione al loro apporto calorico, alla loro composizioni alimentare ed al loro modo di produzione?

Nel frattempo il numero degli obesi aumenta in tutta Europa, sempre più preoccupata da questa tendenza, veicolata da una continua pioggia di messaggi pubblicitari, verso la scelta dei prodotti alimentari senza una vera attenzione alla loro apporto nutrizionale. E in diveersi Paesi si inizia a correre ai ripari adottando provvedimenti che mirano a far consumare meno zuccheri e meno grassi.

Dopo la Spagna che ha recentemente messo al bando un hamburger ipercalorico, anche la Francia prende posizione e invita a mangiare almeno cinque frutti o verdure nel corso della giornata. Il Paese transalpino infatti ha varato nei giorni scorsi una legge in base alla quale gli spot pubblicitari dei prodotti ricchi di zuccheri, grassi e sali dovranno essere accompagnati da un messaggio che ne scoraggia l’uso smodato. Provvedimento simile a quello della Gran Bretagna, allarmata dal problema dell’obesità – quasi un quarto dei cittadini è obeso – e scossa dal caso del bambino che ad otto anni pesa novanta chili: ha deciso di vietare le pubblicità dei prodotti ipercalorici durante programmi televisivi per i bambini e di togliere dai distributori automatici delle scuole i dolci.

Segnali comunque significativi, come del resto cominciano ad arrivare anche dall´Italia, che sta pensando a un programma educativo e formativo nelle scuole. Basteranno a destrutturare certi comportamenti alimentari agevolati da vite sedentarie e dettati da una società mirata al consumo smodato?

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