[05/03/2007] Acqua

A rischio il più grande lago del sud-est asiatico

LIVORNO. Hun Sen, primo ministro della Cambogia, ha avvertito che l’aumento della popolazione, il sovrasfruttamento della pesca e la caccia alla fauna selvatica stanno diventando una seria minaccia per il Tonle Sap, il più grande lago d´acqua dolce del sud-est asiatico, a 200 chilometri a nord-ovest di Phnom Penh e che bagna sei province del Paese indocinese.

«Il lago sta affrontando una seria minaccia di sovra-sfruttamento – ha detto Hun Sen durante un convegno nazionale sul Tonle Sap tenutosi a Phnom Penh - ed il suo ecosistema è diventato abbastanza fragile. Parlando onestamente, se questo problema non sarà affrontato decisamente ed abbastanza presto, la Cambogia potrebbe affrontare un serio disastro ambientale».

Una delle cause principali del degrado dell’ecosistema lacustre è la coltivazione delle terre vicino al lago, con la distruzione della foresta tropicale e con i fertilizzanti e gli antiparassitari che si infiltrano nel Tonle Sap. Sul bacino del lago, che copre circa 250 mila ettari nella stagione asciutta e 1, 25 milioni durante quella delle piogge, vivono circa il 40% della popolazione cambogiana che sfruttano sempre più pesantemente le risorse naturali ed intaccano una ricchissima biodiversità costituita da 200 specie di pesci, 42 di rettili, 225 specie di uccelli e di 46 mammiferi diversi.

Per il vicepresidente della Asian Development Bank, C. Lawrence Greenwood, i controlli delle autorità locali cambogiane sono troppo deboli, la forte povertà, l’ingiustizia sociale ed i conflitti sempre più frequenti con le industrie che sfruttano la pesca e le risorse naturali rappresentano minacce sempre più forti non solo per l´ecosistema del lago ma anche per la sopravvivenza delle popolazioni che dipendono dal Tonle Sap: «il “lago grande” – ha detto Greenwood - fornisce il sostentamento per la vita quotidiana di oltre 1 milione di persone, molte di queste sono tra le più povere della Cambogia».

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