[06/03/2007] Parchi

Scoperta la caverna subacquea più lunga del mondo

LIVORNO. Due speleologi subacquei, il britannico Steve Bogaerts ed il tedesco Robbie Schmittner, hanno scoperto il sistema di caverne subacquee più lungo del Mondo nella penisola dello Yucatan, in Messico. Si tratta di immensi passaggi sotterranei che collegano due sistemi sotterranei già conosciuti in precedenza, una scoperta che rivela come il vulnerabile sistema delle acque sotterranee dello Yucatan sia più interconnesso di quanto si credeva.

Gene Melton, presidente della Cave diving Section della National Speleological Society Usa, che studia i percorsi sotterranei, ha confermato la scoperta. Per migliaia di anni, la sopravvivenza dei Maya é dipesa dall’acqua delle caverne e degli sinkholes o cenote, dove i soffitti delle caverne sotterranee sono sprofondati portando l’acqua in superficie. Questi laghi punteggiano la penisola dello Yucatan, rendendola ricchissima di biodiversità che ora rischia di essere intaccata in uno dei luoghi del Mondo dove la crescita del turismo é più rapida.

Le esplorazioni subacquee dimostrerebbero un collegamento fra le caverne di Nohoch Nah Chich (“la gabbia degli uccelli gigante” in Maya; nella foto) ed il sistema di Sac Actun (“caverna bianca”), che misurano insieme 95 miglia, questo significherebbe che molti cenote e laghi apparentemente isolati fanno parte di un solo grande sistema di acque sotterranee.

Il più lungo percorso sotterraneo sommerso finora conosciuto era il 91-mile Ox Bel Ha, situato nella stessa area. Secondo Bogaerts, uno degli scopritori «la cosa importante è che la gente capisca in che modo tutto sia collegato. Ci sono tanti sistemi di caverne ma se c’è un punto di inquinamento in una qualsiasi particolare zona, esso può spargersi in maniera molto estesa all´intero sistema».

Bogaerts e Schmittner hanno realizzato la scoperta in 4 lunghi anni, compiendo circa 500 immersioni con autorespiratori e collegando così uno sinkhole al seguente. Alcuni passaggi erano «abbastanza grandi per un Jumbo-jet» mentre altri erano così stretti che i sub dovevano sfilarsi le bombole per poter passare.

Intanto una spedizione scientifica è partita per studiare un altro “buco” della terra molto più calda delle buie acque sotterranee messicane, ma anche molto più profonda. Un’anomalia geologica nell’oceano Atlantico, a 3.000 metri di profondità tra i Carabi e Capo Verde, dove i geologi dell’università di Cardiff, in Gran Bretagna, hanno scoperto che manca del tutto la crosta terrestre in un’area sottomarina di diverse migliaia di chilometri quadrati. Quindi il mantello sottostante è affiorato sul fondo del mare permettendo di studiare il cuore della Terra che di solito è irraggiungibile sotto uno spessore che varia dagli 8-10 chilometri della crosta oceanica ai 35-40 di quella continentale fino ai 70 km delle grandi catene montuose.

Gli scienziati a bordo della nave oceanografica inglese James Cook hanno un’opportunità unica di capire come sia potuto avvenire questo fenomeno tracciando con i sonar una mappa tridimensionale del fondo marino e poi trivellando le rocce con un robot sottomarino che fornirà campioni che finora nessuno credeva di poter ottenere del cuore caldissimo del nostro Pianeta.

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