[07/03/2007] Energia

Legambiente sui rigassificatori: «Nessun pregiudizio, ma in Toscana ne basta uno»

LIVORNO. Mentre industriali e sindacati si alleano e con un comunicato unico rilanciano il Progetto Bp-Edison del rigassificatore rosignanese (che non è previsto dal documento preliminare al piano energetico regionale, ndr), a Livorno tutto tace, nonostante l’amministratore delegato di Endesa Italia avesse assicurato che l’inizio dei lavori per l’Olt offshore sarebbe avvenuto entro il mese di febbraio 2007.

Del resto anche se non parla, la spagnola Endesa (che comunque è solo uno dei soci di Olt) è al centro dei riflettori internazioni insieme ad Enel e ai tedeschi di E.On, in un gioco di scalate e acquisizioni di quote che appare come un vero e proprio labirinto finanziario, non senza ripercussioni anche a livello di politica internazionale.

Ma tornando alla questione rigassificatori, ieri con una nota sul suo blog personale il ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha fatto un rapido punto della situazione.

«Ho richiesto una verifica scrive Pecoraro Scanio - per la realizzazione di un nuovo Piano Energetico Nazionale, che quantifichi l’effettivo fabbisogno di metano di cui il nostro Paese necessita, tenendo in considerazione gli attuali metanodotti e quelli in costruzione. Questo per realizzare una fotografia reale dei nostri consumi e dei nostri bisogni futuri, rapportati con le possibilità di approvvigionamento di gas per questa via. Ovviamente il tutto deve tenere conto anche degli obiettivi di risparmio energetico e di riduzione degli sprechi che ci siamo posti».

Per il resto, sugli eventuali rigassificatori, il ministro ribadisce che «applicheremo la massima attenzione su tutte le procedure. Vigileremo, esigendo valutazioni di impatto ambientale rigorose, al pari di qualsiasi altro impianto industriale. Tra l’altro a Brindisi, proprio in questi giorni, abbiamo formalizzato la richiesta di revoca dell´autorizzazione al rigassificatore in costruzione - rilasciata dal precedente governo - per il mancato rispetto della direttiva Seveso.

Pecoraro Scanio conclude il suo post ricordando di aver incaricato la segreteria tecnica del ministero «di verificare l’efficacia delle nuove tecnologie che consentono di poter effettuare tutte le operazioni normalmente svolte da un rigassificatore, a bordo di navi attrezzate a tale scopo. Questo consentirebbe di evitare gli impatti dovuti alla costruzione di nuovi impianti».

Intanto a Livorno il circolo locale di Legambiente ribadisce la posizione dell’associazione ambientalista: «Come Legambiente non entriamo nel merito dei progetti perché non spetta a noi scegliere quale sia il migliore tra Rosignano e Livorno – spiega la presidente Ilaria Salvatori - Ma dobbiamo precisare che per la Toscana ne basta e ne serve uno soltanto. Noi non abbiamo pregiudizi, considerando i rigassificatori come una fonte importante e più sostenibile delle altri fonti fossili, in questa fase che deve essere di transizione verso le energie rinnovabili».

Quello su cui il Cigno verde punta sono le compensazioni ambientali: «E’ importante che le politiche di compensazione previste per la costruzione dell’impianto – prosegue la presidente del circolo livornese di Legambiente – portino a nuovi investimenti in ricerca per le energie rinnovabili. Sul fronte locale poi, noi chiediamo che il rigassificatore preveda la riconversione a gas della centrale Enel a olio combustibile del Marzocco».

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