[12/03/2007] Acqua

Legge servizi pubblici. Del Vecchio: «L´efficienza deve tradursi in vantaggi per gli utenti»

FIRENZE. Oggi l’assessore regionale Agostino Fragai presenterà in giunta la proposta di legge sui servizi pubblici. Qualche notizia sulle linee guida principali è già trapelata anche nei giorni scorsi. Abbiamo chiesto quindi parere in merito a Gianni Del Vecchio, presidente autorità di ambito del Medio Valdarno per le acque.

Dalle prime indiscrezioni che arrivano sulla proposta di legge sui servizi pubblici locali in Toscana sembra che si vada verso una riduzione degli Ato (da 6 a 3) anche per il servizio idrico integrato. Cosa ne pensa?
«Non sono contrario in via di principio ad una riorganizzazione degli Ato. Occorre tuttavia che ogni decisione sia presa avendo in mente il risultato che si vuole ottenere. Dal mio punto di vista, di delegato dalle istituzioni pubbliche a vigilare sulla gestione, quello di cui c´è bisogno in questa fase dello sviluppo del servizio idrico integrato, dove le imprese sono cresciute e sono destinate a diventare sempre più grandi, è un forte rafforzamento della capacità di regolazione pubblica per tutelare l´utente».

In un documento del coordinamento delle autorità di ambito territoriale ottimali di un anno fa, vi eravate fortemente raccomandati che la regolazione locale venisse rafforzata perché più efficace, sia per il controllo delle prestazioni del gestore sia in relazione ai comuni e ai cittadini. Quanto proposto dalle Regione è in linea con quanto da voi richiesto? A noi sembra di no.
«Il documento della Regione propone un´analisi e una definizione delle priorità sulle quali non concordiamo. Sullo sfondo di questa analisi viene posto in primo piano l´aggregazione delle imprese come strumento per assicurare maggiore efficienza e maggiore capacità d´investimento da parte delle imprese di gestione. L´obiettivo delle istituzioni pubbliche non può che essere la tutela degli interessi dell´utente. Certo, un processo di aggregazione non può che essere visto con favore dalla collettività della nostra regione, sopratutto pensando alla valorizzazione delle nostre risorse pubbliche, ma non può essere il primo obiettivo di un intervento sulla riorganizzazione dei servizi pubblici. Se non rafforziamo la tutela dell´utente, la crescita della dimensione delle imprese non ci garantisce che i maggiori risparmi di costo dall´incremento dell´efficienza, si traducano in vantaggi per l´utente e non i maggiori profitti per le imprese».

Nella proposta di Fragai sono "soddisfatte" le altre questioni evidenziate dagli Ato acque come ad esempio il problema del duplice ruolo dei comuni (portatori di interessi degli utenti in Ato e dei soci nel capitale delle società di gestione) o della sostenibilità della tariffa (con introduzione del numero componenti nucleo familiare e meccanismi fiscalità generale per finanziare infrastrutture)?
«E´ presto per dire se le questioni dell´indipendenza delle Ato e il ricorso alla fiscalità generale per migliorare la sostenibilità delle tariffe siano state accolte oppure no. La questione del duplice ruolo dei comuni, come soggetti che sono allo stesso tempo comproprietari delle imprese di gestione e referenti del soggetto preposto al controllo, è irrisolta. Quello che avevamo proposto nel nostro documento, fermo restando il ruolo dei sindaci nella regolazione di questi servizi, era di attenuare questa problematica attribuendo maggiore indipendenza agli Ato.
Sulla tariffa del servizio idrico c’è da valutare che è aumentata in media negli ultimi 5 anni di circa il 7%, Questo vuol dire che la spesa per i servizi idrici è aumentata complessivamente del 35%. La sostenibilità viene misurata rapportando la spesa sul reddito della famiglia. Questa percentuale è attualmente intorno all´1% del reddito medio familiare. La sostenibilità peggiora se la spesa viene rapportata ai redditi delle famiglie al di sotto della soglia di povertà. La priorità è quindi quella di intervenire per attenuare il peso di questa spesa sulle famiglie a redditi più bassi. A questo si aggiunge un sistema tariffario che penalizza le famiglie numerose. Per far fronte a queste problematiche sono necessarie due azioni. Il primo riguarda la possibilità di un intervento della fiscalità generale che finanzi una parte degli investimenti, rallentando così la crescita tariffaria. Il secondo riguarda la possibilità di ridurre la distorsione della tariffa per le famiglie numerose attraverso una riforma dell´articolazione».

Ultima domanda che riguarda la possibile crisi idrica che caratterizzerà il 2007. Siete stati chiamati al tavolo di crisi in Regione? Se sì quali proposte avete portato? Quali sinergie-indicazioni avete messo in campo con il gestore Publiacqua?
«Il tavolo della regione si assomma ad un´altra attività che da più tempo viene portata avanti dall´autorità di bacino dell´Arno. Si tratta di iniziative di grande utilità perché mantengono elevata l´attenzione su questi problemi. Da parte nostra riconfermiamo l´approvvigionamento idrico è al centro del programma degli investimenti previsti dal Piano».

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