[12/03/2007] Parchi

Salviamo i rospi innamorati

TORINO. Per chi vuole trascorre una serata diversa in campagna, Legambiente propone di salvare i “rospi innamorati”. Gli anfibi come rane, rospi, raganelle, tritoni e salamandre abitano il pianeta terra da oltre 250 milioni di anni, ma sono a rischio di estinzione, sia per la permeabilità della loro pelle che li rende più vulnerabili di fronte ad inquinamento e cambiamenti climatici e ambientali, ma anche davanti ad azioni quotidiane dell’uomo: «basta un’automobile ogni 5 minuti – spiegano a Legambiente - per causare in Italia, in una sola notte, la morte del 30% di una popolazione di circa 2mila rospi. E per gli anfibi, il momento più critico è proprio quello dei giorni a venire: la stagione degli amori. Durante questo periodo rospi e rane compiono, infatti, vere e proprie migrazioni per raggiungere le zone umide dove deporre le uova: un percorso che passa, spesso, per strade trafficate, attraversate da automezzi che in velocità travolgono e uccidono i piccoli animali».

Quindi Legambiente riorganizza anche quest’anno l’operazione di salvataggio: “La Notte dei rospi”, la campagna dedicata alla salvaguardia degli anfibi durante il delicato periodo della riproduzione, che nell’arco delle prossime due settimane tutelerà i loro spostamenti notturni, con particolare attenzione al Bufo bufo ovvero al rospo comune.

Dopo l´esperienza degli ultimi tre anni in Piemonte e in Valle d´Aosta, quest´anno “La Notte dei Rospi” si estende a tutta Italia, i volontari saranno impegnati in Toscana, Abruzzo, Lazio, Liguria, Lombardia, Trentino e Umbria ad assistere gli anfibi negli attraversamenti stradali.
«Oltre alla vera e propria azione di salvataggio – commenta Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente – questa campagna ha l´obiettivo di richiamare l´attenzione sulla salvaguardia degli anfibi, sensibilizzando le istituzioni alla protezione degli habitat naturali e alla creazione di soluzioni strutturali al problema dell´attraversamento. Questa specie abita il pianeta da oltre 250 milioni di anni, ma oggi più che mai corre il rischio di estinguersi non solo perché la permeabilità della loro pelle li rende più sensibili ai cambiamenti climatici e ambientali, ma anche per il consistente numero di esemplari che muoiono nel percorso per depositare le uova. E’ necessario fermare la drastica diminuzione di questa specie, dovuta in entrambi i casi all’attività dell’uomo” .

Per informazioni: Legambiente 011.2215851 o lanottedeirospi@legambientepiemonte.it.

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