[12/03/2007] Comunicati

Accordo Ue, Silvestrini: «Siamo di fronte a un sorpasso storico»

LIVORNO. L’Europa ha vinto la sfida delle “3 Venti” (l’obiettivo vincolante del 20% di riduzione delle emissioni climalteranti, del 20% di ricorso alle fonti rinnovabili e l’aumento del 20% del risparmio energetico entro il 2020). Il consiglio dei capi di Stato e di Governo, con l’accordo raggiunto nella due giorni dell’8 e 9 marzo, ha varato un piano che porterà l’Europa a svolgere un ruolo chiave per l’obiettivo di “far ragionare” sul surriscaldamento del pianeta anche gli Usa e far partecipare al tavolo dei negoziati del dopo Kyoto anche Cina, India e Brasile. Dove l’Europa potrà allora proporre l’obiettivo ancora più alto del 30% di riduzione dei gas climalteranti ai paesi più industrializzati.

Grande risultato di Angela Merkel, che ha dovuto operare una difficile mediazione per rompere l’asse Francia - Paesi dell’est sia sull’obbligatorietà degli obiettivi, sia sull’uso del nucleare e del carbone, e che ha portato al compromesso della ripartizione degli obiettivi fra i singoli stati che terranno conto delle situazioni economiche ed energetiche. Nei fatti uno sdoganamento dell’energia nucleare come fonte pulita come voluto da Chirac e il ricorso alla tecnologia della cattura delle emissioni di Co2, per far cessare l’ostruzionismo di Polonia e repubblica Ceca. Rimane fissato per tutti invece l’obiettivo di raggiungere una quota di consumo del 10% per i biocarburanti nei trasporti.

Un scelta, quella dell’Europa a 27, unilaterale come lo era quella già adottata dall’Unione 10 anni fa e che risultò strategica per arrivare alla firma del trattato di Kyoto. Che metterà in una posizione di forza l’Europa già a partire dal prossimo vertice dei G8 che si terrà a giugno in Germania e che sarà anch’esso presieduto da Angela Merkel.

Un passo difficile, soprattutto per i costi che questo avrà per l’industria europea, se non vi saranno analoghi provvedimenti da parte dei paesi sino ad ora fuori dal protocollo di Kyoto.Già l´Unice, la Confindustria europea, ha messo le mani avanti sottolineando i costi, anche in termini di competitività, di una politica troppo amica con l´ambiente.
Ma anche una sfida importante per puntare su una competitività basata su tecnologie volte alla sostenibilità.

«La logica è chiarissima: l’azione di rompighiaccio europea sarà fondamentale per mettere attorno a un tavolo per il dopo-Kyoto anche Usa, Cina e India. In secondo luogo, una politica di punta consentirà all’Europa di acquisire una leadership tecnologica» sostiene Gianni Silvestrini (Nella foto), direttore del Kyoto Club e consigliere per ambiente ed energia del Ministro per lo sviluppo, Bersani

«L’esperienza tedesca e spagnola è, da questo punto di vista, significativa sulle possibilità di creare in pochi anni una solida industria verde (oltre 300 mila addetti nei due Paesi). L’introduzione di obiettivi vincolanti per tutti i Paesi europei potrà estendere all’insieme della Ue i vantaggi della nascente rivoluzione energetica».

«Siamo all’inizio di quella che può essere davvero la terza rivoluzione industriale» ha dichiarato il consigliere di Prodi per le tecnologie, Alessandro Ovi. E dello stesso avviso è Silvestrini: «Siamo di fronte a una svolta di grande rilievo, a un sorpasso storico; per la prima volta il grosso degli investimenti in campo energetico si sposterà dai settori tradizionali a quelli legati all’efficienza energetica e alle rinnovabili».

E riguardo alle tecnologie da utilizzare?
«Alla luce anche di alcune fuorvianti dichiarazioni, come quelle di Rubbia, nel medio periodo il contributo più significativo verrà dall’eolico e dalle biomasse» mentre «sul lungo periodo solo il solare fotovoltaico e termodinamico, abbinato alla produzione di idrogeno, rappresenterà l’alternativa ai combustibili fossili».

«Diversamente da quanto si evince da alcune dichiarazioni fuorvianti... come quelle di Rubbia, nel medio periodo il contributo più significativo verrà dall’eolico e dalle biomasse» mentre «sul lungo periodo solo il solare fotovoltaico e termodinamico, abbinato alla produzione di idrogeno, rappresenterà l’alternativa ai combustibili fossili».

"Diversamente da quanto si evince da alcune dichiarazioni fuorvianti, come quelle di Rubbia, nel medio periodo...."

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