[15/03/2007] Trasporti

I postini viaggiano a metano (non sempre) e inquinano meno

LIVORNO. Negli anni scorsi a Poste italiane è stato riconosciuto il premio di Legambiente “Innovazione amica dell’ambiente” perché nel rinnovare il proprio parco mezzi Poste Italiane aveva acquistato oltre 650 veicoli con alimentazione bifuel benzina/metano.
La politica di sostenibilità ambientale intrapresa dall’azienda è proseguita anche in questi ultimi anni, con sempre più furgoni che hanno la possibilità (in realtà non sempre applicata), di viaggiare a metano, attualmente il carburante che ha meno impatti sull’ambiente.

Abbiamo quindi chiesto al direttore Trasporti e logistica di poste Italiane, Riccardo Sciolti, di illustrarci la situazione.

«In poste italiane quello della sostenibilità ambientale è un tema che ha ampia visibilità e convinzione. Il premio di Legambiente si riferiva al rinnovo dei mezzi eseguito nel 2000, ma l’anno scorso abbiamo ulteriormente rinnovato la flotta dei veicoli di servizio, ampliando ancora la percentuale di veicoli a metano. Non solo, proprio in questi giorni stiamo chiudendo un contratto per altri 550 Doblò bifuel».

Complessivamente quindi la flotta di Poste Italiane come è composta?
«Considerando anche i 550 Doblò che arriveranno a breve, avremo al disponibilità complessiva di 1378 veicoli bifuel su 3679. E probabilmente, lo dico con un certo vanto, saremo il primo operatore postale europeo per numero di veicoli alimentati a metano».

Perché avete scelto proprio il metano?
«Tutto il mondo dice che il futuro è nell’uso dell’idrogeno, ma sicuramente non sarà un futuro a breve scadenza. Per l’immediato la scelta più ecocompatibile è il gas, che è l’alternativa ai carburanti tradizionali immediatamente disponibile e riconosciuta anche dalle associazioni ambientaliste».

A noi risulta però che in alcune città italiane, nonostante vi siano nel parco mezzi veicoli a metano, questi siano fatti viaggiare a benzina. Ce lo hanno raccontato gli autisti di questi mezzi. Non lo ritiene uno spreco, sia dal punto di vista ambientale che economico?
«Se quello che dice è vero è sicuramente uno spreco, anche perché io faccio un investimento iniziale pagando di più i mezzi bifuel e poi recupero il gap economico con i costi enormemente più bassi che ha il metano rispetto a benzina e diesel. Probabilmente i casi a cui si riferisce lei scontano una carenza strutturale nella rete distributiva del metano in Italia: in alcune città per esempio io non posso mandare veicoli a metano perché non ci sono distributori, in altre città invece può capitare il caso del singolo autista che per evitare deviazioni dal tragitto tradizionale o la coda per il rifornimento, vada a benzina. Ma questi comportamenti vanno contro a ogni direttiva dell’azienda e quando scopriamo questi casi interveniamo immediatamente. In generale però l’Italia avrebbe effettivamente bisogno di interventi a livello politico per migliorare la rete distributiva: in Germania si lamentano dello stesso problema eppure è possibile fare il pieno di metano anche al self service, da noi non possibile».

Ci sono altre buone pratiche/iniziative messe in atto da Poste italiane in fatto di rispetto dell’ambiente e sostenibilità?
«Certamente. Intanto la flotta oggi è interamente Euro 4, ma siamo intervenuti anche sui ciclomotori: abbiamo 28mila scooter che oggi sono tutti 125 a quattro tempi , a parte alcuni centinaia rimasti a due tempi per postini privi della patente. Anche questo intervento è costato moltissimo, ma lo abbiamo fatto con convinzione per avere emzzi meno inquinanti e meno bisognosi di manutenzione. Questo per l’oggi, poi ci sono tutte le iniziative rivolte al domani: stiamo testando motoveicoli, quadricicli, tricicli e furgoni elettrici o ibridoseriali, o addirittura bimodali. Sono valide alternative su cui scommettere per il futuro. A Perugia per esempio sostituiremo 60 scooter con quadricicli elettrici ibridi, ma ripeto si tratta di sperimentazioni utili al futuro perché noi non abbiamo bisogno di piantare bandierine ambientaliste, ma di fare concretamente».

Poste Italiane partecipa anche ai lavori del World economic forum.
«Sì il World economic forum è un organismo che si riunisce una volta l’anno a Davos e ogni industria ha un suo raggruppamento. Poste italiane come glia ltri operatori vi aderisce nell’ambito degli impegni in fatto di “responsabilità sociale di impresa”. Tra i principi che sono alla base di questi impegni c’è quello di avere un’impostazione cautelativa a favore dell’ambiente e verso al sostenibilità ambientale: privilegiando sistemi e infrastrutture sostenibili, per comprendere e ridurre l’impatto sull’ambiente”. Miglioramenti continui insomma anche dal punto di vista tecnologico per dare il proprio contributo contro il riscaldamento globale e per la conservazione delle risorse. E questo è importante anche perché se si tratta di impegni presi dai più importanti operatori postali, significa riuscire a influenzare l’offerta».

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