[15/03/2007] Energia
LIVORNO. «Dopo che anche il manifesto ha dato il suo contributo a far si che la giunta regionale del Molise dicesse no alla realizzazione di un parco eolico off shore davanti a Termoli, ho deciso di sospendere la mia collaborazione al giornale». Con queste parole Massimo Serafini, uno dei fondatori dello storico quotidiano, ha inviato una lettera - non pubblicata - con cui sospende la sua collaborazione con il giornale.
Massimo Serafini, le polemiche del no all’eolico hanno avuto effetto anche su una collaborazione storica come quella con il manifesto?
«In realtà questo dell´eolico è l´ennesima dimostrazione che quasi su nulla il giornale ha una posizione ed un suo punto di vista ed è questa, io credo, la ragione per cui diventa inutile leggerlo tutti i giorni».
Ma tornando sulla questione dell’eolico chiede Serafini: «Che senso ha dedicare intere pagine per denunciare i cambiamenti climatici in corso e poi, passata la conferenza di Parigi, dare spazio al rifiuto dell´eolico, cioè a una delle scelte che permette di procurare servizi energetici senza mandare gas serra in atmosfera?».
In effetti la questione appare molto dibattuta, e ha ripreso vigore il fronte del no anche grazie all’intervista rilasciata dal Nobel per la fisica Rubbia, che dalle pagine dell’Unità ha detto che per il nostro paese non è una scelta strategica, per via del poco vento.
«Rubbia sbaglia perché il potenziale eolico del paese è molto elevato ed è possibile salvaguardando paesaggio e siti di particolare valore puntare a installare 12.000 Megawatt che non sono poca cosa e, soprattutto, far sì che questo paese sia un protagonista industriale su queste tecnologie. E´ giunto il momento di aprire un confronto serio nel mondo ambientalista, quello politico e quello associativo, che faccia chiarezza su questa questione e più in generale sulle fonti rinnovabili..».
Rubbia dice che la strada da percorrere è quella del solare termodinamico
«Io credo che Rubbia sia sempre prigioniero di una idea su un unica soluzione del problema energetico: prima era la fusione adesso il solare termodinamico, mentre la soluzione è un mix di contributi a partire da una riduzione di consumi energetici e quindi da una maggiore efficienza e dagli usi di tutte le rinnovabili vere e non le assimilate, allo sviluppo della microgenerazione e della trigenerazione che è un modo veramente efficiente di usare nella transizione il fossile che saremo costretti ad usare in questa fase.
Nell’ambito delle rinnovabili il contributo del solare fotovoltaico, del termodinamico, dell’eolico, delle biomasse, dell’idroelettrico e del geotermico deve essere l’insieme delle tecnologie che possono sfruttare le varie fonti. Bisogna decidere con nettezza da che parte stare, anche perché a me pare che il blocco di interessi e di potere che si oppone al loro decollo non abbia bisogno di aiuto, visto i mezzi di cui dispone, e tanto meno da chi si professa ambientalista. Sul potenziale vorrei far riflettere sul perché le ditte danesi e tedesche vanno in giro per l’Italia a cercare di installare le pale. Se non ci fosse vento non perderebbero tempo».