[15/03/2007] Rifiuti

Il pazzo mondo dei rifiuti speciali

PIOMBINO (Livorno). Mentre in questi giorni viene deciso che Piombino potrebbe ospitare nella vasca di colmata i rifiuti provenienti dalla bonifica della ex Ilva di Bagnoli, nella giornata di ieri la Guardia di finanza ha posto sotto sequestro un’area di circa 30 ettari all’interno della Lucchini adibita a discarica per rifiuti che secondo fonti aziendali risalgono ad almeno 20-30 anni fa, quindi in piena epoca Ilva.

L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Antonella Tenerani è scattata in seguito ai controlli delle fiamme gialle effettuati anche con l’ausilio dell’elicottero, e alle successive verifiche che avrebbero ravvisato l’assenza di autorizzazioni per l’area nella quale erano stati ammassati gli scarti di lavorazione. Dunque violazione di quanto disposto dall’articolo 51 del decreto Ronchi del 1997.

L’ulteriore collegamento, ovvio, è che se fossero stati rispettati i tempi di realizzazione della piattaforma Tap, forse i rifiuti sequestrati ieri sarebbero già stati trattati visto che la piattaforma ha tra le sue vocazioni proprio quella del recupero e dei rifiuti prodotti dallo stabilimento, compresi quelli "storici". Se infatti la Lucchini ha scelto come linea difensiva quella dei rifiuti non imputabili alla loro gestione ma a quelle precedenti, non può certo dirsi risolto il problema attuale dei rifiuti prodotti dallo stabilimento, che anche con le dovute autorizzazioni, sempre a discarica debbono andare. Invece di essere recuperati ed utilizzati al posto di materiali vergini.

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