[20/03/2007] Energia

I perché del No di Di Pietro al parco eolico offshore nel Molise

MONTENERO DI BISACCIA (Campobasso). Ecco le criticità evidenziate dall´italia dei Valori relative al progetto denominato "Centrale eolica offshore" San michele della società Effeventi srl.

1) Dimensioni ed impatto ambientale
Gli impianti eolici off –shore, cioè posti nel mare, devono essere di grandi dimensioni per motivi di economia. Infatti, l’impianto in questione, sarà composto da 54 turbine eoliche, in una matrice rettangolare di 6 X 9 pale di 25.527.500 mq di specchio acqueo più 3150 mq di area demaniale., con il lato maggiore disposto lungo la linea di costa.La potenza totale sarà di 162 MW (per una produzione elettrica annua prevista tra i 420 ed i 450 milioni di KWh., con una distanza minima dalla costa di 4.5 –5 Km, fino a 8 Km I pali hanno dimensioni di 5 metri e si eleveranno dall’acqua per 80 metri; inoltre, saranno necessari 3 cavi sottomarini (interrati a 2 metri sul fondo marino) che raggiungeranno una cabina di trasformazione (che riconverte il voltaggio a 150 kV) posta sulla terraferma.Da lì partirà un elettrodotto lungo 8 Km per il collegamento alle rete di trasmissione nazionale.Tali dimensioni comporterà necessariamente un impatto ambientale di tipo paesaggistico su una zona di alto pregio naturalistico.

2) Prototipalità
L’impianto sarà il primo in Italia ed uno dei più grandi in Europa con tutte le problematiche relative ad una situazione di tipo sostanzialmente prototipale.

3) Velocità del vento
La velocità del vento prevista, tra i 6.5 ed i 7.5 Km/s non pare particolarmente elevata e l’area individuata non particolarmente ventosa.

4) Impatto visivo
Come si nota nelle simulazioni della stessa società (C:gvPersOFFSHOREMOLISEEffEventi - The Invisible Energy3.htm), l’impatto visivo è rilevante e metterebbe a rischio il valore paesaggistico di una costa di pregio.

5) Impatto sull’avifauna
L’impianto è localizzato a ridosso della foce del fiume Trigno, identificato quale sito di interesse comunitario per il passaggio di uccelli come gli aironi con conseguenze quali: disturbo, collisioni, perdite dell’habitat.

6) Impatto sulla flora e fauna marina
Nel caso di un impianto eolico off – shore, cioè, come detto, posto in mare aperto e collegato quindi a terra da cavi sottomarini (seppur interrati) è prevedibile un impatto sulla flora e sulla fauna marina.

7) Traffico navale
E’ chiaro che, per la durata prevista dei lavori (12 mesi), vi sarà un notevole “traffico” navale nella zona, con conseguente disturbo delle normali attività.

8) Alterazione della qualità dell’acqua
In relazione a tale traffico navale ed ai conseguenti lavori di costruzione, con posizionamento dei 54 piloni da 5 metri di diametro e posizionamento dei tre cavi sottomarini a voltaggio, vi è un alto rischio di alterare la “qualità” dell’ acqua costiera con ulteriori conseguenza sull’ habitat naturale.

9) Campi elettromagnetici
I cavi sottomarini genereranno dei campi elettromagnetici che avranno un sicuro impatto sull’habita circostante.

10) Rumore
Gli aerogeneratori producono rumore a causa dei componenti elettromeccanici, come il moltiplicatore, il generatore ed altre parti meccaniche ausiliarie e, in maniera ancora maggiore, a causa della interazione tra il vento e le pale.

11) Luci segnalatrici
L’impianto sarà dotato di “luci segnalatrici” che se da un lato sono necessarie per segnalare l’impianto stesso , dall’altro aumenteranno l’”inquinamento luminoso” della zona.

12) Interdizione alla navigazione
La presenza dell’impianto off – shore in una zona ad elevato traffico marittimo costringerà a interdire la navigazione stessa nell’area occupata e in quella più vasta di “sicurezza”.

13) Zona Sic
La zona in terraferma dove sorgerà la “cabina di trasformazione” pare essere in una zona “Sic”, cioè Sito di interesse comunitario.

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