[22/03/2007] Acqua

Acqua, oggi la giornata mondiale e domani...pure

FIRENZE. Eccoci! Siamo arrivati alla giornata mondiale dell’acqua. Dati, riflessioni, ipotesi, buoni propositi riempiranno le pagine dei giornali “veri” e virtuali e quindi ci scusiamo con qualche lettore se cadiamo nello stesso esercizio. Mai come quest’anno l’argomento acqua è stato trattato ben prima della giornata della sua celebrazione. Ed è un bene. Si è parlato molto di cambiamenti climatici globali, di desertificazione, del prosciugamento dei grandi bacini fluviali come della diminuzione delle portate storiche di molti fiumi italiani (Arno compreso), dato ormai consolidato.

Si è parlato di diminuzione delle piogge nel periodo autunnale e invernale con i conseguenti annunci di allarme per la carenza idrica prevista per la prossima estate: da qualche parte sicuramente ci sarà, forse in forma più estesa del solito, ma non dimentichiamo il 2003 ed anche lo scorso anno nella nostra Toscana ci sono stati momenti critici, basta chiedere ai cittadini del Chianti.

Non si può parlare di emergenza quando una situazione si sta standardizzando: perché gli strumenti di approccio al problema devono essere diversi. I comparti produttivi (agricoltura in primis) sono molto preoccupati, richiedono cabine di regia e si sono viste le prime schermaglie tra i vari settori di utilizzo. Si è parlato di risorsa idrica in relazioni ai consumi di acqua potabile, troppo elevati, come del resto quelli delle acque minerali. Si è parlato della necessità di cambiamenti nelle produzioni agricole con sviluppo di colture meno idroesigenti, di rendere le gestioni più efficienti con diminuzione delle perdite nei sistemi di adduzione, della necessità di una pianificazione integrata che tenga in considerazione il limite della risorsa.

I settori produttivi (tutti, turismo compreso), la pianificazione urbanistica, per il loro sviluppo non possono prescindere da un’analisi di contabilità ambientale e continuare ad esternalizzare i costi sociali e ambientali. Si è parlato di risorsa idrica in relazione all’opportuno moltiplicarsi di campagne informative per il risparmio, con i cittadini che hanno raccolto il messaggio. Alcuni gestori hanno fatturato meno in base ai consumi con il rischio per i cittadini parsimoniosi di vedersi aumentare le tariffe visto il sistema attuale.

Si è parlato di risorsa idrica in relazione ed in attesa delle modifiche della parte terza del D.lgs 152/06 (che regola anche questo settore): speriamo arrivino prima della fine della legislatura! Si è parlato di risorsa idrica in merito alle proposte contenute nel programma dell’Unione e successivamente del governo Prodi, spesso citate dal vasto ed eterogeneo schieramento riunito nel Forum italiano dei movimenti per l’acqua, promotore della proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico per la quale sta raccogliendo le firme (siamo a circa 100.000).

Un nuovo governo pubblico della risorsa idrica è la sintesi della richiesta dei movimenti. Si è parlato di risorsa idrica in questi mesi per ricordare gli aspetti qualitativi spesso carenti: inquinamento di falde e pozzi, qualità organolettica dell’acqua potabile da migliorare, qualità eco-biologica dei corsi d’acqua superficiali ancora lontana dagli obiettivi europei. Si è parlato di acqua e aree umide messe in crisi talvolta da progetti che sembrano non stare in piedi (vedi padule di Fucecchio e tubone).

Ma l’attenzione, come fanno osservare gli analisti più attenti, va principalmente spostata sulla distribuzione ineguale della risorsa idrica, il vero problema da superare a livello globale. E non è un problema nuovo, si sta solo aggravando. Nel Rapporto UNDP sullo sviluppo umano 2006 si ricorda che mentre una persona, ad esempio negli Stati Uniti, utilizza 50 litri d’acqua ogni giorno solo per scaricare il gabinetto, molti poveri sopravvivono con meno di cinque litri di acqua contaminata al giorno. Più di 2,6 miliardi di persone non hanno ancora accesso a servizi igienico-sanitari adeguati, e 1,1 miliardi di persone non hanno possibilità di accedere in modo regolare ad acqua pulita.

Ogni anno muoiono di diarrea 1,8 milioni di bambini che fa di questa malattia la seconda maggiore causa di mortalità infantile a livello globale. Spesso perché manca un bagno. Ineguaglianza nell’accesso e ineguaglianza nel pagamento delle tariffe dato che le famiglie più povere del Salvador o del Nicaragua spendono in media più del 10 per cento del loro reddito per l’acqua ma nel Regno Unito, spendere più del 3 per cento del reddito familiare per l’acqua è considerato un indicatore di difficoltà economiche come ci ricorda lo stesso rapporto. Per l’uso domestico nel Nord America si consumano 500-700 l/giorno a persona di acqua, in Europa 200-300. Ma nella neutrale Svizzera 160 l a dimostrare che “un altro modo di utilizzo è possibile”.

L’impronta idrica di una nazione, indicatore proposto dall’Unesco, è “la quantità totale di acqua utilizzata per produrre beni e servizi consumati all’interno della nazione stessa”. Gli Usa hanno un’impronta idrica media di 2480 m3 annui, mentre la Cina ha un’impronta di 700 m3 annui pro capite. Ma in Cina, come in altri Paesi emergenti la crescita economica segue ritmi esponenziali, si stanno abbandonando le campagne per confluire in città, si vivrà mediamente meglio e si passerà ad altro tipo di alimentazione con più proteine animali.

Ma ci vogliono 16000 litri di acqua per un kg di carne contro i 1350 per un Kg di riso. Si potrà “guidare” il raggiungimento del legittimo benessere per tutti facendo in modo però che si conservino risorse per le generazioni future senza passare da una nuova “rivoluzione verde”? Negli ultimi 50 anni, sono stati 37 i casi di violenza tra stati per questioni legate all’acqua. Nel 2025 saremo circa 8,5 miliardi di persone di cui circa 4, secondo le previsioni, saranno in carenza idrica. Domani, per chi si occupa di questi temi, sarà un’altra giornata mondiale dell’acqua.

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