[23/03/2007] Urbanistica

Nel Pit è stata inserita anche la contabilità ambientale

LIVORNO. Secondo il Direttore di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza, il Pit corretto e integrato con le osservazioni proposte dalle associazioni ambientaliste , presentate oggi alla stampa, è uno strumento utile per arginare ulteriori aggressioni al territorio toscano e favorire una cultura diffusa della qualità e della sostenibilità ambientale.

«Questo non significa affatto pensare al Pit come ad uno strumento salvifico né trascurare i tanti casi di cattiva urbanistica e di pessima gestione del territorio – spiega Ferruzza - Legambiente non ha avuto un atteggiamento né tiepido né indulgente. Abbiamo condannato senza appello piani e progetti obsoleti, nati vecchi. Sbagliati nel merito e nel metodo. E in molti di questi casi abbiamo ottenuto sul campo risultati concreti. Denuncia e proposta, movimento e concertazione. Questa irriducibile dualità è nel nostro Dna».

Il corpo delle osservazioni presentate il 9 marzo scorso da tutte le associazioni ambientaliste toscane è stato in effetti sostanzialmente accolto, con l’unica eccezione del riferimento al tracciato autostradale tirrenico, che continua a registrare l’irriducibile contrasto tra Regione e rete ambientalista.

E’ stata recepita l’istanza di tutela dei corridoi ecologici, anche e soprattutto in ambito urbano, così da veder tutelati in modo cogente e definitivo tutti quegli ambiti fluviali che irradiano da sempre i tessuti urbani della nostra regione.
Legambiente sottolinea poi che «è stata ribadita finalmente con forza (nei capitoli sulla “presenza industriale” in Toscana) la circostanza per cui vanno previste soluzioni progettuali altamente qualificate, dal punto di vista dell’efficienza e del risparmio idrico/energetico, dal punto di vista dell’innovazione tecnologica, in vista di una progressiva prevenzione della produzione di rifiuti e di una loro corretta differenziazione nella raccolta e nello smaltimento».

Nel nuovo Pit è stato quindi inserito un apposito articolo che norma in termini assolutamente stringenti (ai sensi della Convenzione Europea del Paesaggio, del Decreto Lgs. 42/2004 e della LR 1/2005) la tutela dei beni paesaggistici, prevedendo tra le altre cose, la ricognizione analitica dell’intero territorio regionale, l’individuazione di precisi ambiti paesaggistici omogenei, la schedatura completa dei beni paesaggistici toscani, con relativi gradi di vincolo e gamma di possibili misure di valorizzazione.

Legambiente ha poi ottenuto che in attesa dell’adeguamento degli strumenti di pianificazione comunale alla disciplina ambientale e paesaggistica contenuta nel nuovo Pit, i comuni debbano trasmettere tutti i piani attuativi non approvati e concernenti beni paesaggistici riconosciuti, alla Regione perché, d’intesa col Ministero dei beni culturali, essi vengano poi specificamente discussi e approvati in apposite Conferenze dei servizi interistituzionali.

Infine è stata ottenuta l’introduzione (all’art. 38), nell’espletamento delle attività di valutazione integrata, del bilancio e della contabilità ambientale. «Una strumentazione all’avanguardia – spiegano gli ambientalisti - che permetterà alle amministrazioni di verificare ex ante, in itinere ed ex post la coerenza interna dei propri atti di governo del territorio, soprattutto alla luce della quantificabile capacità di carico dell’ecosistema territoriale entro cui quegli atti necessariamente si declineranno.

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