[23/03/2007] Urbanistica

E in Veneto il pronipote di Dante fa come Asor Rosa

LIVORNO. Ogni regione ha il suo paladino del paesaggio e della lotta alle brutture. E se pur non essendo nato in terra toscana, qua si è erto Asor Rosa a difensore del patrimonio paesaggistico che la sorte ha elargito in dote alla regione, un erede di un illustre toscano fa lo stesso in Veneto.

Pieralvise Serego Alighieri (nella foto tra le sue vigne), pronipote niente meno che di Dante, sta infatti percorrendo in Valpolicella il percorso che Asor Rosa ha iniziato da Monticchiello. Ha fondato un comitatao per difendere la zona dal rischio di distruzione del paesaggio a causa delle troppe costruzioni e, prendendo a prestito i versi di Dante, dichiara che «i sindaci che non hanno il coraggio di difendere l’ambiente e lasciano che una cascata di cemento sommerga le belle valli», li metterebbe «tra gli ignavi, color che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo».

La denuncia che lui fa è verso la trasformazione che sindaci poco attenti alle questioni ambientali vorrebbero far subire ai territori, ancora così ben conservati a partire proprio dalla frazione di Sant’Ambrogio, dove da ben 650 anni glii eredi di Dante, tra cui il pronipote Pieralvise Serego Alighieri, si sono trapiantati.

E lancia un appello al vicepresidente del consiglio Francesco Rutelli e al ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio perché vi sia una moratoria immediata delle costruzioni, che secondo Alighieri causerebbero la cementificazione diffusa in quattro dei cinque comuni della Valpolicella. La risposta del comune non si fa attendere: «E’ facile pontificare per il conte Serego Alighieri» ribatte infatti il sindaco Alberto Mion, che non ha gradito di essere paragonato agli ignavi. E accusa il pronipote di Dante di denigrare la Valpolicella».

Torna all'archivio