[27/03/2007] Energia

Lo zucchero come combustibile

Lo zucchero potrebbe essere un ottimo combustibile: non inquina, non è velenoso, non è infiammabile, è facile da trasportare e da immagazzinare e - al momento - ce n´è un eccesso sul mercato. Così, da molto tempo si fanno tentativi di utilizzare lo zucchero come combustibile per la produzione di elettricità. L´ultimo sviluppo in ordine di tempo è quello reso noto pochi giorni fa e che descrive i risultati del gruppo del ricercatore americano Shelley Minteer dell´università di Saint Louis. La batteria di Saint Louis, come altri tipi sviluppati in precedenza, funziona replicando il complesso meccanismo enzimatico degli esseri viventi per creare direttamente elettricità. In questo caso, l´innovazione è una particolare membrana polimerica che protegge gli enzimi dalla degradazione, il problema che finora ha impedito lo sviluppo di batterie a zucchero commerciali. Si riporta che la batteria di Saint Louis non funziona soltanto a zucchero, ma che può utilizzare anche Vodka, Whysky e cose del genere.

La batteria a zucchero potrebbe essere un´innovazione utile, ma va detto anche che ha dei limiti. Il primo è che se volessimo utilizzare lo zucchero come combustibile su vasta scala ci troveremmo di fronte allo stesso problema che abbiamo con la proposta di utilizzare l´etanolo. L´etanolo e lo zucchero sono entrambi prodotti della fotosintesi organica che è un processo poco efficiente e che richiede enormi spazi per la coltivazione delle piante necessarie. Il secondo limite è che la batteria a zucchero si trova in competizione con le batterie al litio che funzionano bene e il cui costo sta scendendo sempre di più. Potrebbe una batteria a zucchero fare meglio di una batteria al litio? Forse, ma la cosa è tutta da dimostrare. Quindi, siamo davanti a una tecnologia interessante, ma non aspettiamoci miracoli.

*Dipartimento di Chimica, Università di Firenze

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