[27/03/2007] Parchi

Approvato dalla giunta il nuovo piano faunistico

FIRENZE. E’ stato approvato oggi dalla giunta il nuovo piano faunistico regionale. Il piano presenta i suoi indirizzi in materia di immissioni di fauna, di prelievi, di azioni per il miglioramento ambientale; determina inoltre gli ambiti territoriali di caccia, individua le aree di divieto (sono attualmente oltre il 25% del territorio regionale), coordina le attività venatorie. Nel piano si individua anche un percorso al termine del quale dovrebbero unificarsi i calendari venatori di tutte le regioni del centro Italia: in tutte queste regioni (oltre alla Toscna, l’Emilia Romagna, l’Umbria, il Lazio, le Marche e l’Abruzzo) saranno definite preaperture e aperture comuni, regolamentate le specie cacciabili in relazione ai periodi, concordate le date di chiusura.

Tra i vari aspetti statistici il piano provvede anche a verificare gli andamenti delle iscrizioni dei cacciatori: il numero complessivo è di circa 110mila, con una riduzione media dell’1,5 –2,5% all’anno e con una tendenza alla crescita dell’età media: attualmente il 70% dei cacciatori ha più di 50 anni e quasi il 20% sono ultrasettantenni. Bassissima la percentuale degli under 30. Anche questi dati di tendenza risulteranno preziosi per definire le opportunità venatorie del futuro.

Il documento, che ora sarà ora sottoposto all’esame del Consiglio regionale, non solo si incarica di coordinare gli strumenti di gestione venatoria già varati dalle Province, ma anche di indicare le strategie di fondo in materia faunistica della Regione.

«Vogliamo trovare il giusto equilibrio tra la conservazione del patrimonio faunistico e l’esercizio delle attività venatorie – ha detto l’assessore regionale a agricoltura e foreste Susanna Cenni - con la consapevolezza di aver già raggiunto importanti risultati ma anche l’ambizione di superare alcune ombre ancora presenti».

«Il piano faunistico – evidenzia l’assessore – rappresenta una sorta di strada maestra lungo la quale nel prossimo quinquennio vogliamo convogliare in maniera il più possibile armonica gli impulsi provenienti dal mondo ambientale, da quello venatorio e da quello agricolo indirizzandoli verso la miglior gestione possibile della nostra fauna». «I dati su cui si basa il piano – continua - dimostrano come le attività di salvaguardia e di miglioramento ambientale intraprese negli ultimi anni abbiamo permesso di incrementare la fauna stanziale e mantenere la biodiversità pur mantenendo costante l’esercizio dell’attività venatoria. E’ questa la strada che dovrà essere perseguita anche nel futuro».

I dati cui si riferisce l’assessore riguardano, ad esempio, il livello della fauna selvatica presente nel territorio, un livello che è rimasto costante negli ultimi anni nonostante la diminuzione delle immissioni di fauna allevata. Evidentemente l’habitat è favorevole alla riproduzione della fauna e questo, a fronte di una stabilità nei prelievi venatori, ha reso possibile la diminuzione delle immissioni (in particolare in calo quelle di fagiani). A parità di fauna, altro dato positivo, sono diminuite le richieste di risarcimento per i danni arrecati alle colture da ungulati selvatici (come i cinghiali): evidentemente le misure di miglioramento ambientale intrapese (come la creazione di fasce colturali non trattate per gli animali selvatici), hanno prodotto effetti positivi, con evidenti benefici sulla nostra agricoltura fatta di produzioni di qualità.

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