[28/03/2007] Energia

Livorno futura capitale dei biocarburanti?

LIVORNO. L’Eni annuncia una svolta sulle raffinerie di Livorno. Dopo che ieri a Brasilia ha firmato assieme alla compagnia Petrobras un Memorandum sul fronte della produzione di biocarburanti, ha infatti espresso la volontà di utilizzare gli stabilimenti di Stagno (Livorno) per aprire questa nuova attività.

Da quanto si evince dalle note diffuse dalla compagnia italiana, le due società metteranno insieme le proprie tecnologie esclusive «per la produzione di biodiesel e bioetanolo per sviluppare progetti congiunti per la produzione di biocarburanti in paesi terzi», oltre a collaborare «nella successiva commercializzazione di questi prodotti sui mercati internazionali». A partire da Livorno, dove si prevede la produzione di 250mila tonnellate di biocarburanti.

Quindi una vera e propria bioraffineria. Ma cosa significa questo termine? Dietro al concetto di bioraffineria, come si legge in un documento di preparazione di un seminario che proprio domani si svolgerà a Firenze per iniziativa dell’Associazione Chimica verde Bionet, “vi è il tentativo di superare il limite di una destinazione puramente energetica delle colture non alimentari, proponendo un impiego potenzialmente integrale della biomassa vegetale come base per la produzione di molecole chimiche a ridotto impatto ambientale. Questo approccio è in grado di consentire un deciso incremento del valore aggiunto dell’intera filiera agro-industriale sia in termini economici che ambientali. Questa opportunità di innovazione, decisiva per le agricolture e per vari comparti industriali di Paesi quale l’Italia, è stata colta dalla Commissione Europea che fin dalla fine degli anni ’90 ha rivolto una crescente attenzione al tema delle Bioraffinerie, inserito quest’anno tra i temi strategici del 7° Programma Quadro di Ricerca (FP7). Tale concetto presenta numerose analogie con il tradizionale concetto di raffineria petrolchimica, confermando una certa convergenza di base tra le potenzialità della chimica del petrolio e di quella rinnovabile da biomasse».

Le bioraffinerie sono quindi sistemi che integrano processi di conversione della biomassa di natura chimica, fisica o microbiologica al fine di ottenere prodotti energetici, materiali e sostanze chimiche ad alto valore aggiunto. E dato che a Livorno esiste già un altro stabilimento in questo settore di avanguardia (Novaol), potrebbe candidarsi a diventare una sorta di capitale della produzione dei biocarburanti. Si tratterà adesso di capire meglio quale sarà la filiera di riferimento e se potrà configurarsi davvero come un modello di trasformazione industriale in chiave sostenibile.

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