[20/02/2006] Rifiuti

Che ambiente c´è nell´Unione? Realacci e Sentinelli a confronto

ROMA. Licenziato e presentato nei giorni scorsi, il programma dell´Unione per le prossime elezioni politiche suggerisce alcune riflessioni sui temi ambientali. Abbiamo posto alcune domande a due esponenti di primo piano del centrosinistra: il deputato della Margherita Ermete Realacci e la responsabile ambiente di Rifondazione comunista Patrizia Sentinelli (nella foto).

Nel programma dell’Unione sulla Legge Delega Ambientale c’è la previsione di una revisione dei punti più controversi ma non di una sua abolizione come chiedono gli ambientalisti. Perché?
Realacci: «La Legge delega non si può abolire perché se si abolisse si creerebbe solo un vuoto, non tornerebbero le leggi di prima. Il giudizio di tutta l´Unione è estremamente negativo e procederemo ad una revisione totale della Delega ambientale, articolo per articolo. Non mi nascondo che sarà un procedimento lungo e faticoso, ma non ci sottrarremo, visto che la Delega stravolge e peggiora tutta la legislazione ambientale».
Sentinelli: «Sarà un’abrogazione di fatto. Siamo di fronte ad una controriforma molto complessa che andrà rivista con molta attenzione, ma siamo del tutto d’accordo, non solo Rifondazione ma l’intera Unione, che questo pasticcio ignobile vada cassato. Per farlo basterà far proprie le critiche ed i ricorsi delle regioni».

Si prevede una liberalizzazione dei servizi e quindi delle gestioni. E’ d’accordo?
Realacci: «Dipende cosa si intende per liberalizzazione, anche rispetto al dibattito toscano. La proprietà delle risorse e gli indirizzi politici sono pubblici, la gestione dei servizi può anche essere affidata a privati o vederne la partecipazione. Faccio un esempio: la risorsa acqua è spesso sprecata, magari per produzioni agricole fuori mercato che resistono grazie solo ai sussidi europei, non ha quindi senso sostenerne la gratuità, così si incoraggia solo lo spreco di una risorsa che sta diventando sempre più preziosa e meno disponibile. Bisogna certamente garantire il minimo vitale per le fasce più deboli della popolazione, ma poi la risorsa deve avere un prezzo per evitare sprechi intollerabili. Non vorrei tornare alla situazione precedente alla legge Galli, quando c’erano migliaia di enti pubblici, spesso sede di interessi di parte, che gestivano i servizi».
Sentinelli: «Nella discussione, e poi nella parte conclusiva del programma, si dice altro. Ma sull’acqua si è messo in maniera chiara ed evidente che tutte le reti ed i servizi sono pubblici. Tra le forze dell’Unione qualcuno, in particolare tra i Ds e la Margherita, avrebbe voluto inserire nel programma
la liberalizzazione come salvezza. Abbiamo trovato un accordo su un altro livello, privilegiando la continuità di bilanci e i servizi gestiti dagli enti locali. Un compromesso abbastanza soddisfacente».

Tra le fonti rinnovabili non ci sono i rifiuti, che pure sono previsti nella normativa italiana e in quella europea. Perché?
Realacci: «In Italia i rifiuti sono stati fraudolentemente inseriti tra le fonti rinnovabili, in Europa è diverso, sono considerati fonti rinnovabili solo quelli provenienti da biomasse. Quindi nessuna omissione: come Unione diciamo che bisogna tornare proprio al livello europeo, alla corretta definizione di rifiuto e di fonti rinnovabili».
Sentinelli: «Non è previsto in quel modo perché non eravamo d’accordo. Tutte le fasi precedenti all’incenerimento, dalla raccolta differenziata, alla produzione di meno imballaggi da parte delle industrie, al recupero e riutilizzo dei materiali, devono essere rafforzate ed anche la normativa europea esclude i rifiuti dalle fonti rinnovabili».

Si privilegia la riduzione il recupero ed il riuso dei materiali. E la termovalorizzazione ed il recupero di energia dai rifiuti?
Realacci: «Anche in questo settore il programma si muove all’interno delle politiche europee, nelle quali la termovalorizzazione c’è».
Sentinelli: «Il punto principale del programma è l’uscita dall’energia fossile, con le energie alternative come eolico, fotoivoltaico e biomasse, in questo per noi non ci sta la termovalorizzazione. E’ chiaro che su alcune cose non scritte l’accordo non è stato trovato e che andranno discusse progetto per progetto».

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