[02/04/2007] Urbanistica

La Regione Toscana prepara gli stati generali della sostenibilità

FIRENZE. «Stiamo preparando gli stati generali della sostenibilità che organizzeremo nei prossimi mesi. Sarà quella un‘occasione utile per sistematizzare il dialogo e il confronto prodotti finora». L’annuncio è del presidente della Regione Claudio Martini (Nella foto) a chiusura del suo intervento nel al convegno “Territorio Cultura Sviluppo”, organizzato dalla Fondazione Italianieurpei e dal Comune di Fiesole.

Parlare di cultura dello sviluppo, in questo momento più che mai, significa affrontare anche il tema dei comitati che proprio nei giorni scorsi si sono riuniti scegliendo come loro coordinatore Asor Rosa.

«In una vera politica di governo del territorio – ha detto Martini - non va sottovalutata la sfida che arriva dal business. Non ci sentiamo di affrontarla senza tenere ben presente che il vero nemico del paesaggio è la speculazione. Non ci sono i comitati da una parte che vedono le istituzioni come oppositori da combattere, e le istituzioni dall’altra. E’ questa solo una contrapposizione sterile. Piuttosto, insieme possiamo combattere i rischi posti dalla rendita trovando strumenti normativi che vi facciano fronte».

«La Toscana viene da cinque anni di rallentamento del pil - ha continuato Martini - Un risultato dettato non solo da problemi di quantità ma anche di qualità dello sviluppo. Perché la qualità è diventata ormai un carattere da cui è impossibile prescindere. Su questo tema si inserisce la politica del territorio e il modo in cui essa può aiutare il nostro dinamismo economico in una logica di sostenibilità, qualità, coesione sociale, partendo dal presupposto che lo sviluppo del territorio e quello dell’economia non sono politiche separate».

Come tenere insieme tutela e nuovo sviluppo? Per Martini con un approccio nuovo, più attento e sensibile, consapevole del patrimonio ambientale e del valore della sostenibilità.

«Ma anche per questo motivo – ha sottolineato - la discussione va fatta su un terreno di convergenza e non di scontri. Perché sviluppo e tutela sono le due metà della stessa mela. E il nuovo nemico vero è la grande speculazione che vede nel paesaggio un motivo di business. Sono due i metodi grazie ai quali la politica territoriale diventa fattore di sviluppo. Il primo, quello che considera l’ambiente stesso un vettore dello sviluppo, in un processo culturale che sarà reso possibile solo grazie alla collaborazione delle amministrazioni, delle imprese, dei sindacati, del mondo del credito, dell’università. Il secondo metodo è segnato dal “come” si fa politica del territorio. Una politica non fatta di vincoli “che pure ci sono - ha tenuto a precisare il presidente – ma che vede opportunità da portare avanti con proposte di qualità. Sostenere questa politica significa anche sostenere i Comuni che la portano avanti e vuol dire non esautorarli».

«Una legislazione che con grande rigore dica: quando si può, si fa». Così l´assessore regionale al territorio Riccardo Conti intervenendo sempre al convegno.

«La sfida che siamo chiamati a affrontare si chiama Piano pubblico - ha continuato Conti proponendo una riflessione sulla nuova stagione aperta dal Pit e dalla politica di governo del terriorio in Toscana e in Italia - Il buon piano è quello che propone buoni progetti. Il territorio toscano è un vincolo e al tempo stesso una risorsa per lo sviluppo. Ma non c´è il lunedì della tutela e il martedì dello sviluppo. C´è una settimana intera in cui tutti i giorni siamo chiamati a governare un territorio con i porti e le coste, le colline e l´edilizia. Dimentichiamo la centralizzazione dunque e la tentazione a ricorrere a legislazioni speciali che producono solo appesantimenti. Occorrono rigore e semplicità e soprattutto, quando si può si fa».

L´assessore ha citato la realizzazione dell´Alta Velocità, una delle più complesse opere infrastrutturali di Europa "perché l´Appennino è una spugna - ha spiegato Conti - difficilissimo da perforare e scavarlo è stato più complicato che realizzare il tunnel sotto la Manica».

Anche il Pit è stato oggetto di un intenso confronto. Oltre 3000 persone finora fra amministratori, imprenditori, sindacati, associazioni di categoria, toscani, hanno potuto prenderne visione e discuterne. Un percorso che non è affatto terminato. «Perché la pertecipazione non è ginnastica - ha detto l´assessore - E´ un modo per arrivare a una decisione. Per questo cerchiamo il dialogo in tutte le direzioni».

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