[03/04/2007] Comunicati

Kyoto: botta e risposta tra Ue ed Australia

LIVORNO. Ieri il commissario europeo all’ambiente Stavros Dimas (Nella foto), aprendo la riunione degli esperti dell’Ipcc a Bruxells, ha criticato le scelte sul riscaldamento climatico fatte finora di Stati Uniti e Australia, i due Paesi sviluppati che ancora non hanno ratificato il protocollo di Kyoto per la riduzioni dei gas climalteranti.
Dall’altra parte del mondo ha risposto subito il primo ministro australiano, il conservatore John Howard, che ha detto che l’Unione Europea non dovrebbe parlare del rifiuto ratificare il protocollo de Kyoto perché in gran parte dell’Europa gli obiettivi di riduzione del carbonio non vengono rispettati e tra i paesi inadempienti Howard ha citato l’Italia.

«La nostra risposta al portavoce dell’Unione Europea – ha detto rudemente Howaed in una intervista alla Australian Broadcasting Corp., una radio di Adelaide - è di guardare agli affari loro, di ottenere dai Paesi membri gli obiettivi che hanno fissato».
Howard ha detto che, anche senza averlo firmato, il suo governo è sulla strada per raggiungere gli obiettivi di Kyoto che, secondo i parametri, entro il 2012 permetterebbe generosamente all’Australia di emettere l’8% in più di carbonio rispetto al 1990.

Ma allora perché il governo australiano, impegnato proprio sui temi ambientali in una dura battaglia elettorale contro i Laburisti e la Green Left, non firma il protocollo di Kyoto?
Il primo ministro australiano lo spiega nella sua solita maniera semplicistica: «dico al pubblico australiano che dovremmo essere molto prudenti riguardo alle conferenze europee su questi temi, perché le economie dell’Europa sono molto differenti dall´economia australiana e faremmo molti danni al nostro Paese se applicassimo le soluzioni europee ad una situazione australiana completamente differente». Howard si riferisce evidentemente alle riserve ampie di carbone australiane che intenderebbe sfruttare ed alle sue proposte di realizzare centrali nucleari.

Per il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, quelle di Stavros Dimas, sono invece «parole sacrosante. Stati Uniti e Australia devono farsi carico del problema dei mutamenti climatici in accordo con gli altri Paesi e in questo senso la leadership dell’Europa è fondamentale. La lotta ai mutamenti climatici deve avere il più ampio consenso possibile soprattutto da parte dei Paesi industrializzati e l’Europa ha sicuramente un ruolo chiave. L’Italia dal canto suo contribuisca a mantenere il primato dell’Unione europea e recuperi il ritardo accumulato. La riduzione dei consumi di petrolio e di carbone, il risparmio energetico e il potenziamento delle energie pulite – conclude Della Seta - sono senz’altro la prima strada da seguire per invertire il trend delle nostre emissioni».

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