[05/04/2007] Consumo

Ogm: tra patate d´oro, zanzare anti malaria e terzo mondo

LIVORNO. Il sito dell’Enea ha pubblicato la notizia di una nuova varietà di patata, chiamata Golden Potato, ottenuta nei suoi laboratori di Biotecnologie e dell´Università di Friburgo tramite tecniche di ingegneria genetica. Alla patata, arricchita di beta-carotene, il contenuto di provitamina A è stato aumentato di circa 3.600 volte. In pratica, secondo l’Enea, bastano 250 grammi di Golden Potatoes per assumere il 50% di vitamina A della dose giornaliera consigliata (Rrd), a fronte di una quantità pari a 900 Kg della varietà originaria (la Desirée).

La carenza di Vitamina A – ricorda l’Enea - è una delle principali forme di denutrizione nel mondo, che provoca diverse malattie, tra le quali la perdita della vista: l´Oms nel 2002 ha stimato che ogni anno 350mila bambini diventano ciechi per l´avitaminosi A. Africa, Sudamerica ed Europa orientale, dove la coltivazione della patata è già praticata, essendo aree geografiche in cui l´avitaminosi A è diffusa e le fonti alimentari di beta-carotene sono scarse, potranno ora usufruire di questa nuova varietà senza un aggravio economico perché le "Golden Potatoes" non sono coperte da brevetto e sono a disposizione di chiunque voglia utilizzarle in programmi di "breeding" nel rispetto delle normative esistenti. Plos One, rivista "open access" della Public Library of Science, ha già pubblicato i risultati del lavoro di ricerca condotto rispettivamente dal Gruppo del professor Giovanni Giuliano dell´Enea e dal gruppo del profesor Peter Beyer dell´Università di Friburgo.

Abbiamo chiesto un commento a Marcello Buiatti, docente di Genetica all’università di Firenze e presidente nazionale di Ambiente e Lavoro.
«La modifica della patata male non fa – comincia Buiatti - . Non è particolarmente pericolosa. Però è sostanzialmente una copia di un fallimento sensazionale. Mi riferisco al Golden rice, il riso d’oro, che fu lanciato come il modo per risolvere la fame del mondo sempre perché avrebbe posto rimedio alla carenza vitamina A. E che è stato poi tolto dal commercio perché in realtà produceva molto meno beta carotene di quello che avrebbe dovuto. Inoltre fu proposto in paesi dove il riso neppure si coltivava e in loco c’erano piante che avevano già più carotene di quel riso stesso. Vorrei sottolineare, comunque, che non era pericoloso, come credo non lo sia pure la patata anche se non so dove, in questo caso, sia stato impiantato il gene. Saranno i controlli successivi a dire se non ci sono altri problemi. Inoltre conosco il professor Giuliano e so che quello che fa è in assoluta buona fede. Così fu per il Golden Rice. Ma credo che farà la stessa fine».

Sempre sul tema Ogm, qual è il suo parere sulle zanzare modificate geneticamente che potrebbero, secondo i ricercatori che le hanno presentate, debellare la malaria?
«Onestamente non ho letto il materiale scientifico riguardo a questi studi, ma solo quanto riportato dalla stampa. Comunque ritengo che anche in questo caso non ci siano pericoli. Le zanzare non si incrociano con altri animali. C’è da capire però: dove viene inserito il gene; come stanno queste zanzare modificate; e soprattutto se riescono a debellare quelle portatrici della malaria. Questo è importante perché se non sostituiscono le altre avremmo solo un’altra specie di zanzara buona e basta. Detto questo vorrei chiudere con un commento: sarebbe l’ora di finirla con queste invenzioni che promettono di risolvere problemi seri come la malaria con lo scopo di vendere la zanzara modificata. Se davvero queste aziende farmaceutiche vogliono fare qualcosa per salvare le migliaia di persone che ogni anno muoiono di malaria, basterebbe che invece di spendere soldi in quelle ricerche, abbassassero i prezzi delle medicine che curano la malaria stessa. Così sì che farebbero qualcosa di concreto per debellare questa gravissima malattia».

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