[06/04/2007] Rifiuti

Ronchi sul governo dei rifiuti: «Diffusa inadeguatezza del ruolo della pubblica autorità!»

LIVORNO. Se non bastassero le immagini e le vicende che quotidianamente ci riportano la situazione della Campania, simbolo incontrastato dell’emergenza in cui da oltre un decennio versano altre tre regioni del mezzogiorno cui si è associato il Lazio dall’anno del giubileo, adesso anche la corte dei Conti dichiara il flop dei commissariamenti.

Ma il bilancio della gestione dei rifiuti non è esaltante nemmeno nel resto del paese, che tenute fuori le dovute eccezioni - che pur ci sono fortunatamente - mostra un sistema che segna il passo. E che è ancora lontano in almeno tre quarti dello stivale, da traguardi e parametri europei.

Ne abbiamo parlato con il Senatore Edo Ronchi (Nella foto), che nel 1997 varò la riforma del settore.

Partiamo dal mezzogiorno. Oggi anche la corte dei conti dice che gli 1,8 miliardi di soldi pubblici spesi per i commissariamenti sono stati un flop.
«Io penso che occorra fare il punto attivando un tavolo nazionale con parlamento governo e regioni del mezzogiorno, per stabilire :a-gli atti indispensabili per attivare con poteri straordinari di ordinanza e per passare a regime ordinario entro il 2007; b-una soluzione legislativa delle numerose controversie contrattuali e amministrative in corso che hanno un effetto paralizzante; c-mettere fine alla babele delle linee contrastanti fra regioni e governo, nello stesso governo e nella sua maggioranza, con scelte chiare sul che fare per la prevenzione, le raccolte differenziate e le piattaforme per il riciclo e sulle quote e le tecnologie impiantistiche esistenti e praticabili per il recupero energetico. Infine per la quota da smaltire i discarica in coerenza con la nuova direttiva discariche. Queste linee guida concordate diventino vincolanti per l’aggiornamento dei piani regionali di gestione dei rifiuti del mezzogiorno, e che vengano poi applicate tornando alla gestione ordinaria.»

In effetti rispetto alle scelte tecnologiche c’è una grande confusione e la tendenza da parte di tutti è quella di proporre la pietra filosofale senza che nessuno, mai, contemporaneamente tenga di conto del complesso delle scelte che debbono costituire un sistema.
«Una volta che c’è stato questo chiarimento e che si sono espresse le scelte con la più ampia partecipazione, sia delle rappresentanze delle regioni e degli enti locali, sia della varie componenti politiche della maggioranza è responsabilità di tutti attuarle. Secondo le procedure ordinarie di valutazione di impatto ambientale fatte seriamente, ma senza transigere, una volta assicurate le garanzie di elevato livello di protezione dell’ambiente e della salute, nei confronti di eventuali pressioni locali».

Rispetto alle pressioni locali, si assiste ormai ad un comitatismo sempre più diffuso, anzi sostenuto spesso da coloro che hanno responsabilità di potere e di decisione.
«Il comitatismo è un fatto di partecipazione democratica e di per sé non è affatto negativo, il problema è che chi ha la responsabilità delle scelte dovrebbe essere capace sia di sviluppare senza timori e con la necessaria competenza tecnica il confronto, sia di procedere alle decisioni necessarie. Se l’autorità pubblica fa scelte tecniche non ben motivate e poi non arriva a conclusione delle scelte non arriva a niente. C’è una diffusa inadeguatezza del ruolo della pubblica autorità.

Avendo sia la credibilità morale sia un elevata capacità tecnica, è possibile e necessario arrivare a concludere».

Non crede che la continua revisione legislativa che va avanti ormai da anni abbia un elemento di responsabilità in tutto ciò?
«Certamente sì. C’è un errore ideologico nel manico delle riforma di tutta la normativa ambientale; questo non poteva che portare ad un testo ideologico, scritto male e che è di fatto inapplicabile. Intanto non è un testo unico perché lascia fuori un sacco di materie, manca di principi unici, di sanzioni uniche, di visioni uniche. E’ un testo accorpato, e con un vizio ideologico davvero grave. Era senz’altro meglio procedere per settori con un ottica unitaria, sarebbe stato anche meno lungo da rivedere. Anche sulla revisione ci stiamo mettendo troppo tempo. Il senato avrà la trasmissione del testo, appena approvato dalla conferenza stato regioni, dopo Pasqua e nei quaranta giorni previsti esprimeremo un parere. Questo è quanto noi possiamo fare»

Sa dirmi quando saranno licenziate le future bozze che riguardano gli altri capitoli da riformare?
«E difficile fare previsioni ma presumibilmente non sarà a breve»

E sul tema commissariamenti laddove non si raggiungeranno le percentuali di raccolta differenziata previsti dalla finanziaria?
«Ricordo che fu posta la fiducia sul testo della finanziaria senza la possibilità di emendare le varie parti singolarmente. Io credo che sarebbe stato necessario stabilire un tempo di rientro per chi non aveva raggiunto il 35% supportandolo con delle misure precise. L’obiettivo iniziale del 35% era supportato dall’avvio di un nuovo sistema, se non è stato applicato occorrono misure integrative per riallineare il mezzogiorno alle altre regioni. Per portare il paese ad obiettivi più avanzati condivisibili occorre mettere a punto un sistema avanzato della gestione dei rifiuti, quindi rivedere il sistema della tariffa rendendo più netta la distinzione dell’aggravio sul tal quale e del premio sul differenziato, favorire raccolte differenziate domiciliari spinte con misure specifiche, rivedere la normativa del compost da frazioni umide assicurando uno sbocco al prodotto, rivedere il sistema delle piattaforme e degli impianti per il riciclo, insomma promuovere quelle misure che ti permettono di arrivare al 60% e non solo a proclamarlo».

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