[06/04/2007] Urbanistica

Il decalogo di Asor Rosa per i comitati

FIRENZE. «I Comitati non si pongono come avversari delle Istituzioni, né di quelle locali né di quelle centrali. Al tempo stesso chiedono che le Istituzioni si pongano nei loro confronti con lo stesso spirito. Questa seconda cosa, invece, è accaduta meno frequentemente della prima. E’ necessario riequilibrare il rapporto, rendendo al tempo stesso il confronto meno formale e più sostanziale. I Comitati si affiancano alle grandi organizzazioni ambientaliste nazionali, non le rimpiazzano e non fanno loro concorrenza. E’ anzi prevedibile e programmabile una zona anche ampia di sovrapposizione. Ove le organizzazioni ambientaliste, o loro sezioni locali, o loro singoli componenti, decidano di far parte dei Comitati e dei loro Organi di coordinamento, la cosa va considerata non solo possibile, ma auspicabile». Inizia così, con una chiara proposta di posizionamento e di identità e funzioni, il documento trasmesso da Alberto Asor Rosa per la “costituzione del Coordinamento dei Comitati toscani per la difesa del territorio”.

Asor Rosa propone ai comitati un decalogo:
L’ambiente, il territorio, il paesaggio, i beni culturali rappresentano forse la vera emergenza nazionale. «E’ a rischio un patrimonio secolare, anzi millenario. Questo, oltre a fattori d’ordine antropologico e politico, riflette forse anche una mutazione nei caratteri strutturali dei capitali d’investimento in Italia: nell’aggressione all’ambiente si manifesterebbe anche una distorsione economica di grande peso, cui corrisponde la costruzione di un ormai consolidato blocco d’interessi, che ruota intorno all’edilizia e, più in generale, ai processi di distruzione dell’ambiente. Speculazione edilizia, problemi della salute e della vivibilità, salvaguardia dell’eredità culturale, s’intrecciano ormai in un nodo indistricabile, che va affrontato nel suo complesso ovunque, dall’alto e dal basso, dal centro e dalla periferia».

Perché l’emergenza esplode proprio in Toscana, regione in passato più salvaguardata di altre? «La Toscana è un bene prezioso, in cui gli investimenti tendono a moltiplicarsi proprio per il valore aggiunto che essa garantisce al capitale speculativo». Secondo Asor Rosa la violenza dell’attacco, al territorio si spiega con la somma tre cause: «in Toscana, come in altre zone d’Italia, s’è formato quel blocco d’interessi (tra spinte reali e bisogni, politica e affari), di cui in precedenza s’è parlato; In molte amministrazioni locali si manifestano una sostanziale inadeguatezza rispetto alle problematiche sollevate da questa nuova situazione sociale ed economica, miopia e indifferenza nei confronti di un modello di sviluppo più sano ed equilibrato, sordità verso qualsiasi richiamo ragionevole ad imboccare una strada meno distruttiva; L’inadeguata presenza di una vasta e radicata cultura (politica) ambientalista, che coinvolga al tempo stesso amministratori e amministrati, politici e società civile». La “Toscana in bilico” tra un glorioso passato e un avvilente futuro, ma «il disastro annunciato non si è ancora compiuto: esistono le condizioni e le forze per combatterlo».

E’ necessario procedere ad una definizione e registrazione dei Comitati esistenti, «che preluda ad una loro pubblicizzazione al di là del raggio talvolta breve entro cui molti di loro hanno finora operato. Questa operazione di autoriconoscimento è condizione necessaria per passare alle fasi successive e al tempo stesso di per sé un elemento di forza».

Il Coordinamento è un’organizzazione a rete, ognuno dei comitati conserva la propria autonomia per forme, pratiche e obbiettivi. Il Coordinamento ha lo scopo di: «dare maggiore forza a ciascuno dei singoli interventi; mettere in comune un patrimonio di esperienze e conoscenze; promuovere grandi iniziative comuni; aver maggior peso all’interno della società civile; essere interlocutori più credibili nei confronti delle Istituzioni locali e centrali».Il secondo obbiettivo, «consiste nel realizzare una mappa integrale degli scempi, dei disastri, degli ecomostri realizzati in Toscana. Questa mappa costituisce la condizione irrinunciabile di qualsiasi processo di denuncia efficace e al tempo stesso di qualsiasi ipotesi propositiva. Questo punto coincide dunque con la proposta, ventilata da più parti, di costituire un “Osservatorio toscano” permanente, in grado di realizzare un controllo senza smagliature sull’intero territorio».

Asor Rosa chiede «una strategia di carattere preventivo per tenere sotto controllo il territorio «prima che gli interventi siano realizzati, anzi, prima che siano decisi. Ciò richiede la capacità tecnico-disciplinare e soprattutto la capacità militante di filtrare anzitempo tutte le decisioni dei consigli comunali, provinciali e regionale, e, più in generale, il dibattito urbanistico, territoriale e produttivo di ogni comparto della Toscana».

Per questo «è necessaria una grande battaglia culturale, volta a conquistare la società civile a questo punto di vista e a questo orientamento. Strumenti, metodi e contenuti di questa battaglia andranno studiati con grande attenzione. Ma si può dire fin d’ora che la costituzione del Coordinamento ne costituisca la premessa, anzi il primo momento».

Entro due-tre mesi è previsto intervento dimostrativo documentario, mediatico e di massa militante su di una delle situazioni di crisi contraddistinta da gravità e emergenza.

Il Coordinamento presenterà il proprio programma e una sommaria lista delle iniziative a regione, e ministeri dei beni culturali, dell’ambiente, delle Infrastrutture. Poco prima o poco dopo l’estate, si terrà un convegno regionale sul territorio toscano, di denuncia e progetto.

C´è solo da aggiungere che la riunione tenutasi la scorsa settimana a Venezia, animata da Casarin, e avente lo steso obiettivo di mettere in rapporto e in rete tutti i comitati a livello nazionale ( dal No Tav al No Ponte; dal No Mose al No ai rigassificatori) ha escluso ogni interlocuzione con istituzioni e soggetti politico-partitici per dare luogo invece ad una nuova pratica politica dal basso e senza alcuna mediazione.

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