[12/04/2007] Rifiuti

Artusa, il Praa e il governo dei rifiuti

LIVORNO. Delle oltre 200 pagine di cui è composto il Praa, piano regionale di azione ambientale, un paio sono dedicate al tema dei rifiuti. Per approfondire le questioni trattate abbiamo rivolto alcune domande all’assessore regionale all’assessore regionale all’Ambiente Marino Artusa, partendo da un primo dubbio: ovvero il motivo per il quale il riferimento alla legislazione nazionale è sempre al Dlgs 22/97, ovvero al Decreto Ronchi, mentre quella in vigore è relativa al testo Unico L. 152/06.

«Premetto che nel Praa quella sui rifiuti non è certo la parte più significativa, il Praa si concentra soprattutto su energia e clima, comunque per quanto riguarda la domanda specifica le dico che il testo unico è in corso di revisione da parte del governo e anche prima di Pasqua c’è stato un incontro che è scaturito in un accordo Stato-Regioni. Finalmente cioè il governo ha attuato quella concertazione necessaria che era mancata da parte del precedente governo. Il risultato è stato molto soddisfacente perché gli enti regionali sono stati tranquillizzati su tutti i punti di criticità che avevamo sollevato riguardo soprattutto il testo unico. Per questo contiamo che anche con l’accettazione delle nostre richieste l’iter di revisione adesso subirà una forte accelerazione».

Il Praa dovrebbe parlare di azioni appunto. In realtà per quanto riguarda i rifiuti al di là di un paio di obiettivi (riduzione e raccolta differenziata, ma per esempio per la RD non si fa alcun riferimento a quelli della finanziaria, cioè 40% al 2007 altrimenti commissariamento), ci sembra di leggere più auspici che azioni.
«Non è vero che non ci sono azioni: intanto abbiamo già stanziato delle risorse fin da quest’anno nell’intesa tra la Regione e l’area vasta per la riduzione dei rifiuti (6 milioni) e per la raccolta differenziata (8 milioni) che saranno spalmati in 4 anni.
Le rimanenti risorse dei 48 milioni previsti complessivamente, saranno divise in funzione delle azioni svolte, in base ai progetti che saranno predisposti dai singoli territori. E’ in corso uno studio per la differenziata e per il porta a porta che abbiamo affidato alla scuola di Monza. In base a questo studio presenteremo un elaborato in cui verranno proposte una serie di schede per fare riduzione di rifiuti».

In attesa di vedere le azioni, nel Praa si dice che «bisogna ridurre i rifiuti avviati a discarica... con la RD e gli impianti a tecnologia avanzata». Siccome non si nominano, di quali impianti si tratta?
«Sicuramente per quanto riguarda questo aspetto la Regione sa benissimo che occorre dell’impiantistica per la parte di rifiuto che non rientra nel circolo virtuoso del riciclo (in verità occorrono impianti anche per il riciclo, ndr). E alla situazione attuale non possiamo esimerci dall’utilizzo dell’incenerimento. Detto questo la Regione è fortemente impegnata ad esplorare strade innovative e in particolare a sperimentare il ciclo del trattamento a freddo dei rifiuti. Quando si parla di azioni innovative non ci sono solo idee, perché per esempio ricordo che abbiamo recentemente siglato un accordo col servizio idrico integrato per l’utilizzo dei fanghi della depurazione dei reflui urbani per la produzione di biogas. E una stima attendibile in questo senso per la piana fiorentina dice che andremo a ridurre i rifiuti del 30% circa».

Sempre nel piano si dice che «si potrebbe (…) adottare (…) una nuova metodologia di contabilizzazione dei rifiuti», ma non si dice assolutamente come si intende procedere dal punto di vista concreto.
«Noi abbiamo già dei dati che ci fornisce Arrr, ma recentemente ci sono state situazioni incresciose come quella di Geofor. Nel Praa abbiamo inserito quella frase perché riteniamo che sia possibile pensare ad accorgimenti per migliorare e definire in modo sempre più dettagliato i dati disponibili».

Non ritiene che nel Praa sia stata omessa una parte significativa delle tematiche relative ai rifiuti? Non c’è una sola riga riferita agli speciali e ai pericolosi.
«Diciamo che non sono stati approfonditi, perché ci siamo concentrati sull’elemento più critico che sono i rifiuti urbani».

In realtà si stima che i rifiuti urbani siano solo poco più di un quarto degli speciali. Quindi, questi ultimi, proprio un particolare non sono.
«Esatto, anzi, gli urbani sono un terzo degli speciali e glielo dico con precisione perché sono stato io a sottolineare questo problema quando mi sono insediato (in realtà, il piano regionale degli speciali è del 1999 e la serie dei dati sul sito di Arrr risale al 1998, ndr). Però per gli urbani è prevista l’autosufficienza regionale ed è di nostra responsabilità tutto il percorso, fino alle discariche che sono in esaurimento. Per gli speciali invece è previsto un percorso di mercato, cioè lo smaltimento non entra negli obblighi delle regioni, che hanno solo il compito di controllare e monitorare il percorso. Però visto che parliamo degli speciali, vorrei ricordare che la Regione dopo aver effettuato uno studio che ha dimostrato che gli inerti sono adatti per essere riutilizzati nelle opere pubbliche, ha predisposto un capitolato d’appalto che è stato messo a disposizione di tutte le amministrazioni pubbliche».

Assessore, non vorrei deluderla, ma di tutte le amministrazioni che abbiamo sentito in questi mesi, nessuno ancora ha adottato il capitolato, addirittura ci siamo sentiti rispondere dall’assessore ai lavori pubblici di Massa, Franco Gussoni, che negli ultimi anni solo in casi eccezionali «avevano avuto bisogno» di fare ricorso agli inerti.
«Ha ragione, su questo lavoreremo. Intanto c’è in elaborazione la legge regionale presentata dalla giunta al consiglio in cui viene inserita proprio l’obbligatorietà dell’utilizzo degli inerti negli appalti pubblici e cercheremo di corroborarla con incentivi per le amministrazioni virtuose. Bisogna che i comuni si sveglino, la legge dello stato impone gli acquisti verdi nella misura 30% e gli inerti possono rientrare nell’ambito del gpp. La nostra intenzione comunque è anche quella di intensificare le azioni di controllo affinché gli enti rispettino l’accordo e riutilizzino gli inerti».

Tornando agli speciali, esiste un piano regionale che attualmente è in vigore; nulla si dice sui suoi obiettivi, su cosa e quanto si è realizzato e quanto non si è realizzato e perchè; questo Piano è da considerarsi superato, da aggiornare o da rifare?
«Nell’accordo che la Regione ha siglato per l’area metropolitana noi ci impegnavamo ad adeguare il piano dei rifiuti anche sulla base delle novità introdotte dal testo unico 152. E in base alle nuove risultanze dall’intesa di area vasta e a quelle del testo unico, siamo pronti ad adeguare il piano regionale sugli speciali».

Mi sta dicendo il contrario di poco fa: il testo unico non viene citato nel Praa perché è in corso di revisione ma nonostante questo imporrà modifiche al piano regionale?
«Sono cose diverse. E comunque vorrei anche ricordare la proposta che abbiamo fatto al governo per utilizzare i fondi del Cip 6 per incentivare la raccolta differenziata».

Ne abbiamo già scritto diversi mesi fa, che fine ha fatto la proposta?
«Aspettiamo che dal ministero dell’ambiente ci rispondano».

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