[12/04/2007] Aria

Nuovi indicatori dell’Onu per lo sviluppo sostenibile

LIVORNO. L’Onu si avvia ad approvare, su richiesta del suo dipartimento per gli affari economici e sociali, la terza versione degli indicatori di sviluppo sostenibile (o meglio durevole), in seguito all’indicazioni scaturite da una riunione di esperti tenutasi a New York lo scorso ottobre.
La terza versione proposta nel gennaio 2007, dopo quelle del 1996 e del 2001, punta ad integrare meglio gli “obiettivi del millennio” ed a tener conto delle esperienze dei vari Paesi.

Si tratta di 50 indicatori chiave, che fanno parte di più grande insieme di 98 indicatori di sviluppo sostenibile, e che sono classificati secondo 15 tematiche che modificano in parte quelle proposte nell’edizione precedente: povertà, governance, sanità, educazione, demografia, rischi naturali, atmosfera, utilizzo delle terre, oceani, mari e zone costiere, acque dolci, biodiversità, sviluppo economico, partenariati economici mondiali, modi di consumo e produzione. L’Onu abbandona così la classificazione dello sviluppo sostenibile basata su quattro solo “pilastri” tematici e prende atto di una maggiore complessità.

Si fanno spazio con più forza ed importanza temi prima ritenuti squisitamente ambientali e le correlazioni tra sviluppo umano, salute e cambiamento climatico sono sempre più evidenti.
Il capitolo 40 dell´ordine del giorno 21 invita i paesi e la Comunità internazionale sviluppare gli indicatori di sviluppo sostenibile. Tali indicatori sono necessari aumentare il fuoco su sviluppo sostenibile ed aiutare i decisori a tutti i livelli per adottare le politiche di sviluppo sostenibili nazionali sane.

Il World summit on sustainable development JPOI, il Consiglio per lo sviluppo sostenibile (Csd) 11 e più recentemente il Csd 13 hanno consigliato di lavorare più e meglio sugli indicatori per sviluppo sostenibile dei Paesi, in conformità con le situazioni concrete e le priorità nazionali, ed in particolare il Csd 13 ha invitato la comunità internazionale a sostenere gli sforzi dei paesi in via di sviluppo.

Dopo il lavoro preparatori del gruppo di esperti la terza versione degli indicatori è stata sviluppata dal Csd insieme alle organizzazioni internazionali ed agli stati. Gli indicatori e i loro i dettagliati criteri metodologici che li accompagnano saranno messi a disposizione, come dati di riferimento, di tutti i Paesi per sviluppare gli indicatori nazionali di sviluppo sostenibile.

In fatti il capitolo 8 di Agenda 21 invita i paesi adottare le strategie nazionali per sviluppo sostenibile (Nsds) che «dovrebbe realizzare ed armonizzare le varie politiche settoriali ed i programmi economici, sociali ed ambientali in corso nel Paese»
Nel 1997 una sessione speciale dell´assemblea generale dell’Onu ha sottolineato l´importanza delle Nsds, indicando il 2002 come obiettivo per la loro formulazione ed elaborazione.
Nel 2002, il summit mondiale dello sviluppo sostenibile chiedeva di «prendere misure immediate per realizzare progressi nella formulazione e nell´elaborazione delle strategie nazionali per sviluppo sostenibile» e di «cominciare a renderli esecutivi entro il 2005».

L’integrazione dei principi dello sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi dei vari Paesi è uno degli obiettivi contenuti nella dichiarazione del millennio dell’Onu per raggiungere l´obiettivo della sostenibilità ambientale. I governi hanno continuato a ripetere il loro impegno per sviluppare ed effettuare Nsds nelle varie sessioni del Consiglio per lo sviluppo sostenibile, spesso senza dar corso alle promesse solennemente fatte. La nuova versione degli indicatori dello sviluppo sostenibile pone i ritardatari e I menefreghisti davanti ad una più stringente griglia di impegni ed obblighi per incamminarsi lungo una strada che l’Onu pensa come obbligata, pur nella condivisione.

Torna all'archivio