[12/04/2007] Energia

Enea: con efficienza energetica -57% di C02 in 13 anni

LIVORNO. Grazie all’efficienza energetica, entro il 2020, le emissioni di anidride carbonica potranno ridursi fino al 57%. Lo sostiene l’Enea che stamani ha presentato nella sua sede romana il rapporto "Energia e Ambiente 2006". Le fonti rinnovabili potranno contribuire in maniera determinate (27%), mentre gli interventi di miglioramento dei processi di conversione dell´energia primaria agli usi primari potrà contribuire per il 15% e la decarbonizzazione dell´uso di fossili per un altro 15%.

«Il rapporto dell’Enea è un’ulteriore conferma di quello che diciamo da tempo. Per ridurre le emissioni, rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto e diminuire anche la dipendenza dalle importazioni di fonti fossili, l’Italia deve puntare su risparmio, efficienza e fonti rinnovabili. Puntare su un aumento dell’uso del carbone, la fonte fossile che genera le più alte emissioni specifiche di CO2, nel mix energetico è invece assolutamente incoerente e anacronistico».

Così il presidente di Legambiente Roberto Della Seta commenta il rapporto “Energia e Ambiente” dell’Enea presentato oggi a Roma. «Si continua a parlare di confinamento geologico dell’anidride carbonica – aggiunge Della Seta – come una soluzione già praticabile quando sappiamo che questa tecnica è ancora in fase sperimentale e non ha riscontro nell’applicazione industriale per i costi eccessivi. Dovremmo concentrarci invece sulle fonti che di CO2 ne producono meno o non ne producono affatto».

Legambiente ricorda che le 12 centrali italiane che bruciano carbone, contribuiscono solo per il 15% alla produzione elettrica nazionale, a fronte di oltre 44 milioni di tonnellate di CO2 (MtCO2), pari al 33% delle emissioni delle centrali termoelettriche (133 MtCO2) e al 7,5% del totale nazionale (583 MtCO2). Un apporto, dunque, tutt’altro che irrilevante in un contesto di forte ritardo rispetto agli obblighi di riduzione (-6,5% entro il 2012 rispetto alle emissioni del 1990, ad oggi si stima un +15%).

«Solo creando un sistema energetico distribuito, fondato su risparmio, efficienza e fonti rinnovabili, che veda la progressiva riduzione del carbone per la produzione di energia elettrica e la riconversione a gas naturale delle centrali termoelettriche che oggi utilizzano olio combustibile o carbone – conclude il presidente di Legambiente - il nostro Paese potrà dare davvero il suo contributo alla lotta ai cambiamenti climatici».

«I dati resi noti - è il commento di Giammarco Palmieri, direttore di Sinistra Ecologista - confermano la necessità di continuare ad investire sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili. Gli scenari presentati dall’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente dimostrano come sia possibile ridurre sensibilmente le emissioni di anidride carbonica».

«E’ necessario – sottolinea Palmieri – continuare sulla strada intrapresa con la legge Finanziaria che ha introdotto incentivi, in questa direzione, nei settori dell’edilizia e dell’industria. Ora un nuovo forte impulso può esser dato attraverso una rapida approvazione del disegno di legge sull’energia in esame al Senato che riforma il sistema degli incentivi per le rinnovabili e semplifica le procedure per l’istallazione degli impianti».

«In tal modo – conclude – l’Italia potrà recuperare il terreno perduto e porsi in sintonia con gli impegni assunti dall’Unione Europea per la riduzione del 20 per cento dei gas serra entro il 2020 ed il raggiungimento del 20 percento di produzione di energia da fonti rinnovabili».

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