[12/04/2007] Parchi

A rischio un´area palustre di Portoferraio

PORTOFERRAIO. A Legambiente non sono piaciuti i lavori di risistemazione della foce del fosso della Madonnina, a Portoferraio, dove l’associazione aveva già segnalato una piccola zona ricca di specie botaniche alofile nei pressi di un cantiere che invece di essere salvaguardata è stata poi cancellata, nonostante ospitasse specie botaniche «protette dalla legge regionale 56/2000, che detta le norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche, habitat inseriti tra quelli prioritari dell´Unione Europea, e compresi nella Direttiva 92/43, tanto che l´area é espressamente citata nel Quaderno del Parco "Habitat da conservare" (scheda 2)».

Per gli ambientalisti «un altro pezzo di questi habitat situato di fronte alla sede del circolo subacqueo Teseo Tesei, che ancora esisteva a dicembre è scomparso da poco, con la sistemazione del fosso della Madonnina. Nello spiazzo che accoglieva le piante e dove si erano riprodotti gli astri marini, sono parcheggiate le ruspe che lavorano al fosso, il piazzale è stato completamente rivoltato e ora è solo fango».

Sono scomparsi il fitto boschetto di tamerici che ombreggiava le rive, i cespugli di sarcocornia, l´inula bacicci, l´atriplex portulacaria. Eppure questi sono habitat che stanno diventando sempre più rari, sono tipi di habitat naturale di interesse comunitario che all´Elba ormai si trovano solo alle ex-saline di San Giovanni ed in qualche piccola area relitta».

Legambiente si chiede se «in un´area ormai di foce, era possibile evitare questo scempio, procedere con una maggiore attenzione ad una manutenzione e messa in sicurezza del fosso che tenesse conto della presenza di un habitat rarissimo all´Elba e nell´Arcipelago Toscano».

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