[13/04/2007] Comunicati

Alcol, fumo, droga: tra limiti pubblicitari e divieti politici

LIVORNO. Limitare la pubblicità degli alcolici in tv e sui giornali per ragazzi. Sarà fatto attraverso un Ddl annunciato dal ministro della solidarietà sociale Ferrero, che prevede etichette che avvertano sui pericoli dell´abuso di alcool. Durante la comunicazione sono stati forniti anche gli ultimi dati al riguardo dell´Istituto superiore di Sanità: il 20% dei giovani si ubriaca il fine settimana e più della metà di quelli tra i 13 e i 15 anni beve il sabato sera.

Una decisone che Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno e segretario della Commissione Affari Sociali, ha così commentato in una nota che ha inviato alla redazione l’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori): «Ero a conoscenza di questo nuovo e assurdo divieto che nulla farà per una concreta soluzione del problema. Alcune settimane fa il ministro, durante un´audizione in commissione Affari Sociali, rassicurandoci per l´ennesima volta sull´imminente presentazione di un disegno di legge sulle tossicodipendenze (che ancora non c’è stato), accennò anche a questo provvedimento per fronteggiare il problema dell´alcol, ufficializzato, poi, oggi. Il problema del consumo di droga e alcol sono, infatti, accomunati dalla questione della dipendenza e dai danni da sostanze legali e illegali».

«Nonostante le notizie sempre più allarmanti sull´aumento dei consumi di queste sostanze – ha proseguito - , è stato deciso di affrontare il problema dell´alcol con l´ennesimo divieto, in questo caso di pubblicità. E si continua ad ignorare che rendere più proibita una sostanza di largo consumo non fa altro che incrementarne i consumi, proprio come avviene oggi con le droghe illegali. E quegli stili di vita che sono oggi esaltati nelle pubblicità tv in relazione al consumo di alcool, col divieto avrebbero maggior fascino sui giovani».

«Nel frattempo – ha aggiunto - i dati diffusi nella Relazione annuale della Direzione centrale antidroga del Viminale parlano di un continuo aumento del consumo di droga con la comparsa di nuovi fenomeni come quello dello "sniffing", cioè l´inalazione di droghe facilmente reperibili sul mercato quali colle e solventi. Forse il ministro Ferrero vuole risolvere la situazione con il divieto di pubblicità delle colle? Mi auspico che così non sia – ha concluso - , e che si affronti il problema in modo rispettoso delle volontà individuali, cioè con l´informazione e quindi una maggiore consapevolezza di ognuno su ciò che sia buono o meno per se stessi in relazione con la società».

Che non si risolva con questo Ddl – ancora da approvare – il problema dell’abuso dell’alcol appare evidente. Però non si capisce come mai la Rosa nel Pugno parli di un divieto, quando è invece una limitazione, e paragoni la questione all’abuso di droga ignorando invece la più vicina questione del tabacco e delle sigarette. Come noto non si può fare da anni la pubblicità alle sigarette né su giornali, né per radio, né per tv. Nessuno dice che così si sia risolto il problema, ma almeno non si è aggiunto uno stimolo – e che stimolo – al loro consumo. Persino il cinema negli anni ha evitato sempre più (o almeno qualcuno ha provato) di mostrare gli attori che fumano e magari che lodano (come accadeva in passato) la loro passione per il fumo stesso. Chissà, anche in questo caso, con quali risultati.

C’è poi qualcuno che può negare la persuasione della pubblicità? Se un libro per teenager, che ha dato vita ad un cult cinematografico giovanile, ha convinto una folla oceanica di ragazzini (e non solo) ad attaccare migliaia di lucchetti ad un palo della luce su un ponte romano solo perché lo facevano i protagonisti del film per promettersi amore eterno, qualcuno può negare l’istinto gregario? Il paragone con la droga lo si può fare con il fallimentare proibizionismo degli anni 30 in America che appunto, vietando (e non limitando la pubblicità) degli alcolici, credeva di poter risolvere ogni problema. Tornando, invece, al Ddl di Ferrero crediamo che sia una proposta che almeno riporta un po’ di equità tra abuso del fumo e quello di alcol. Magari i risultati saranno minimi, ma se limitare la pubblicità è male, vuol dire che raddoppiarla o solo aumentarla sarebbe bene?

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