[13/04/2007] Consumo

Tonno rosso, partita l´operazione «Facciamo a metà»

LIVORNO. È partita l´operazione "Facciamo a metà". Lo comunica il Wwf che spiega: questa campagna internazionale promuove la rinuncia al 50% delle quote di tonno previste per la stagione di pesca 2007, l´unica risposta valida al rischio di estinzione commerciale di questa specie e alle sue potenzialmente disastrose conseguenze economiche e ambientali.

Dal Wwf a Slow Food, da Metro a Coop e Auchan, dalla Marine Conservation Society inglese alla Deutsche See, sono già molte in tutta Europa le organizzazioni e le aziende che accettano di lasciare al Mediterraneo la metà del tonno o invitano a farlo, ma l´augurio è che la lista si allunghi, per coinvolgere sempre di più consumatori, pescatori, ristoratori e tutti coloro che abbiano a cuore il bene della natura e di un´economia sana e sostenibile.

Gli scienziati lo hanno detto chiaramente: se non vogliamo che il tonno rosso sparisca dai mari e dalle nostre tavole, non dobbiamo pescarne più di 15.000 tonnellate all´anno. Ma l´Iccat (la Commissione internazionale per la conservazione del tonno in Atlantico e Mediterraneo), ignorando il consiglio, ha accettato una riduzione irrisoria delle quote, da 32.000 a 29.500 tonnellate. A questi ritmi, il rischio di collasso della specie resta altissimo.

I maggiori beneficiari delle quote totali assegnate sono paesi europei (Spagna, Francia e Italia in testa) ed è proprio all´Europa che si rivolge l´appello. Il Consiglio della Pesca Europeo che si riunirà il 16-17 aprile potrà fare la differenza. Se i paesi europei accetteranno di dimezzare le proprie quote di tonno, il rischio di collasso della specie sarà scongiurato e ci saranno le basi per avviare un processo di riequilibrio ecologico ed economico del Mediterraneo.

È questo l´invito che i promotori dell´iniziativa rivolgono ai governi europei, fare a metà con il mare per assicurarsi il futuro di un intero settore economico e il mantenimento di un importante equilibrio ecologico. Orizzonti possibili solo se si consentirà agli stock già gravemente decimati di questo grande predatore di rigenerarsi e mantenersi, evitando la ormai incombente estinzione commerciale.

Torna all'archivio