[16/04/2007] Acqua

Tubone, timori per rischio secche nel padule di Fucecchio

FIRENZE. «Il progetto “tubone” va almeno modificato per evitare il pericolo di secche nel padule di Fucecchio, ma serve anche l’avvio di un percorso concertativo per rivedere l’intero progetto». Lo dicono Legambiente, Arcicaccia, Federcaccia e Fondazione Montanelli-Bassi che si sono riunite stamani al Caffè Giubbe Rosse di Firenze per fare il punto della situazione e chiedere appunto di riesaminare e almeno modificare il progetto.

Il “tubane” è una grande conduttura sotterranea che dovrebbe razionalizzare i processi di depurazione nel Comprensorio del Cuoio, passando per la Valdinievole e per il Basso e Medio Valdarno, coinvolgendo i territori compresi nelle Province di Pisa, Pistoia e Firenze e attraversando l’Area Protetta del Padule di Fucecchio. Il progetto è adesso in Regione Toscana per lo studio di incidenza ambientale. Nel “tubone” dovrebbero confluire i reflui delle aziende e gli scarichi civili provenienti non solo dai territori del Comprensorio del Cuoio, ma anche da quelli della Valdelsa, della Valdera e della Valdinievole che verrebbero trasportati fino al depuratore unico di Santa Croce sull’Arno.

L’operazione promossa da Acque Spa, la società di gestione dell’Ato 2, ha trovato l’accordo del Governo centrale, degli enti locali (Regione Toscana, Province e Comuni interessati), Arpat ed associazioni dei conciatori, ma ha già da tempo suscitato l’opposizione delle comunità locali e delle associazioni ambientaliste e venatorie. Il problema nasce soprattutto dal tratto di “tubone” che attraversa il Padule di Fucecchio: i soggetti riuniti in conferenza stampa sono preoccupati per la sorte dell’area.

«Il progetto “tubone” parte da una giusta esigenza, quella di migliorare il sistema di depurazione delle acque - dichiara Massimo Logi, presidente di Arcicaccia Toscana - da questo punto di vista sarebbe positivo perché il “tubone” permetterebbe di avere a disposizione acque più pulite che andrebbero a finire nel Padule di Fucecchio, dove l’inquinamento è altissimo. Ma bisogna considerare anche gli effetti collaterali che questa gigantesca operazione d’ingegneria idraulica rischia di portarsi dietro».

Così Legambiente rilancia e chiede che l’intero progetto sia rivisto. «Si propone - dichiarano Piero Baronti, Presidente di Legambiente Toscana e Federico Gasperini, della segreteria di Legambiente Toscana - alla luce delle aperture e delle nuove valutazioni di alcuni soggetti, che si convochi una conferenza che dia avvio ad un processo concertativo tra Enti Locali, associazioni ed altre istituzioni coinvolte, per riprendere in esame tutte le incertezze evidenziate negli anni, per accedere, avvalendosi anche degli studi effettuati in merito, a nuove e più mature conclusioni, che vedano tutelare l’Area Protetta del padule di Fucecchio e gli altri corsi d’acqua delle vallate interessate».

In merito, per la tutela del Padule, l’associazione propone di non smantellare il depuratore intercomunale di Pieve a Nievole, intervento che appare antieconomico e illogico, trattandosi di un impianto cui sono stati destinati cospicui investimenti e che funziona bene. Sottolinea anche che l’eventuale mantenimento di un solo depuratore in Valdinievole dovrà tenere conto dell’esigenza espressa in precedenza, di mantenere un apporto di acque sufficiente in tutto il Padule, evitando soluzioni parziali, che lascino a secco parti significative del Padule stesso.

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